Comunicare perché?
In due diverse sessioni il consiglio presbiterale ha affrontato il tema “La comunicazione a servizio della comunione e dell’evangelizzazione”
La comunicazione a servizio della comunione e dell’evangelizzazione è il tema su cui, in due distinte sessioni, si è soffermato il consiglio presbiterale. Un tema che ha su cui anche il vescovo Luciano Monari, chiudendo la sessione del 3 maggio scorso, ha fatto sentire il suo parere.
Cardine. Per il Vescovo la comunicazione è uno dei cardini della comunione, anche di quella diocesana. “Non è necessario – ha affermato al proposito mons. Monari – che l’intera comunità diocesana viva le stesse esperienze. La comunione chiede, però, che l’intera comunità ne sia coinvolta”. E questo è possibile grazie alla comunicazione che consente di condividere valutazioni e intelligenze.
“Leggere sul settimanale diocesano quello che succede in una zona o nell’altra – ha ricordato ancora il Vescovo –, non ci rende protagonisti di tutto; però ci rende consapevoli di quello che avviene in quella comunità che è la Chiesa bresciana”. Non meno importante di quello reso alla comunione, ha sottolineato a più riprese nel suo intervento mons. Luciano Monari, è il servizio che la comunicazione può fare a vantaggio dell’evagelizzazione.
“Evidentemente – solo l’annuncio del Vangelo avviene in vari modi, anche attraverso le pagine del settimanale, grazie a un’informazione che metta in evidenza le contraddizioni che sono presenti nel modo di vivere e di pensare contemporanei e che arrivano proprio dal dimenticare o dall’aver dimenticato la dimensione della trascendenza con tutto quello che essa comporta”. Mostrare le incongruenze della società, che da una parte afferma la libertà della persona e dall’altra tende a depistarla per gratificarla o toglierle delle angosce, è una dimensione di una comunicazione che si pone a servizio dell’annuncio del Vangelo.
Costi. Nel suo intervento mons. Monari non ha mancato di sottolineare anche i costi di una comunicazione diocesana a servizio della comunione e dell’evangelizzazione. “Questo aspetto – ha continuato il Vescovo – non deve far dimenticare il tema delle ricadute pastorali positive della comunicazione”. Si tratta di un obiettivo importante che chiede anche la disponibilità di risorse.
E su questa questione oggi più delicata che mai il Vescovo ha chiesto la condivisione del consiglio presbiterale, perché non si tratta soltanto di approvare bilanci, ma anche una reale condivisione strategica. “Perché spendiamo?”, “Per cosa spendiamo?” e, ancora, “A cosa possiamo rinunciare?”: sono queste le domande che il consiglio presbiterale, definito dal Vescovo il “senato della diocesi”, dovrebbe porsi in tema di comunicazione nella valutazione delle scelte più funzionali al fine ultimo della Chiesa bresciana che è appunto l’annuncio del Vangelo.