Casa Piamarta per i giovani
La Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth ha aperto un “rifugio spirituale”
Una porta aperta con la speranza che i giovani possano sentire Casa Piamarta come la loro casa. L’obiettivo, giustamente ambizioso, è della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth che ha aperto uno spazio di incontro, confronto e crescita nel santuario Madonna in pratis di Rudiano. Si tratta di un ritorno al carisma originario come si può leggere nell’articolo 21 delle Costituzioni della Congregazione: le comunità aiutano i giovani “perché possano dare continuamente a Dio una risposta libera e responsabile, conducendoli, attraverso una seria esperienza di conversione, ad una fede adulta”. I piamartini, da sempre impegnati anche sul nostro territorio nel campo formativo e scolastico, hanno sentito il bisogno di allargare la loro proposta, partendo proprio dalle necessità riscontrate sui banchi. Spesso a scuola, e nella vita, si sente la necessità di fermarsi, di riflettere, di ascoltarsi e magari di riallacciare il proprio rapporto con Dio. Alla luce di questo impegno, del bisogno di cercare strade nuove per incontrare i giovani, dei richiami continui di papa Francesco ad una chiesa in uscita che i padri piamartini hanno pensato di offrire ai giovani della zona e non solo una nuova proposta esperienziale di fede. La proposta sarà portata avanti da una piccola comunità religiosa che, ad oggi, ha come riferimento padre Igor Manzillo. Padre Igor da alcuni mesi, infatti, collabora con la parrocchia di Rudiano e segue la pastorale giovanile.
Gli obiettivi. “Vorremmo – spiega – che fosse una sosta di pace, di riflessione per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l’ideale diventa realtà e dove la gioia è il frutto spontaneo. Abbiamo pensato a un punto di incontro semplice e accogliente per rientrare in contatto con se stesso e con Dio e riscoprire così la ricchezza delle relazioni. Casa Piamarta vuole essere una porta aperta, una casa per giovani in cerca di verità, disposti a camminare, a confrontarsi, a condividere, desiderosi d’essere protagonisti della propria vita, di incontrare Dio e di capire che incontrarlo fa bene al cuore! Sì, una porta aperta ad ogni incontro, aperta alle differenze, uno spazio di libertà che consenta a ciascuno di esporsi, con le proprie fragilità, riconoscendo anche le proprie fatiche e le proprie crisi”.