Carlo d’Austria, operatore di pace
Particolarmente significativa, nonché ricca di attualità, appare la memoria liturgica, mercoledì 21 ottobre, del Beato Carlo d’Austria, l’ultimo Imperatore in Europa, beatificato 16 anni fa, nel 2004, da San Giovanni Paolo II. Carlo fu un sovrano cristiano contrassegnato dalla fedeltà ai legami valoriali, storici e dinastici della sua stirpe – risalente a Carlo V – e del suo Impero, certo erede del Sacro Romano Impero, consapevole del valore, sia della componente imperiale quale elemento di centralità e coesione in Europa, sia della responsabilità di re apostolico d’Ungheria. Fu anche governante moderno e dalle idee riformatrici, soprattutto in merito alla componente polietnica e multireligiosa dell’Impero Austro-Ungarico, favorevole a un suo equilibrato mutamento in ambito di rappresentatività e di autonomie; egli fu amante di tutti quelli che chiamava i suoi popoli. Solo il breve periodo di sovranità e il tragico crollo dell’Austria-Ungheria alla fine del conflitto mondiale gli impedirono attuazioni che l’Europa avrebbe potuto apprezzare e che si fondavano appunto sull’idea di un Continente Europeo dalle profonde radici cristiane capaci di affrontare la sfida dei nuovi tempi nel pieno rispetto dell’idea di un umanesimo integrale, definizione cara a Giovanni Paolo II, lontana dalle esasperazioni dei nazionalismi che furono concause determinanti delle guerre mondiali. Carlo fu insieme soldato leale e uomo di pace impegnato, purtroppo tradito e inascoltato, in tutte le forme possibili tese ad accelerare la fine di quell’inutile strage per la quale egli fu l’unico governante, fra le nazioni in guerra, a condividere in pieno la lettura saggia e lucida del magistero di Benedetto XV. Morì, povero e in esilio, il primo aprile 1922 a 34 anni, umiliato dai poteri forti sempre più padroni di un mondo sempre più lontano da se stesso e dalla vera civiltà, quella dell’amore, alienato e in delirio di onnipotenza; chiuse la sua breve ma preziosa vita terrena testimoniando eroicamente quelle virtù cristiane che furono l’asse portante di tutta la sua esistenza, come uomo, come sposo, come padre, come soldato, come sovrano; morì abbandonato da tutti nemici e amici, ma mai dalla sua amata sposa Zita e dai figli ancora piccoli, mostrando al primogenito Otto “come muore un imperatore cattolico”. La data liturgica scelta da San Giovanni Paolo II è quella delle nozze celebrate il 21 ottobre 1911, con la Serva di Dio Zita di Borbone-Parma, con la quale (anche per l’Imperatrice Zita è avviato il processo di beatificazione) percorse un coerente cammino di santità coniugale e famigliare. Il compito della Gebetsliga (Unione di Preghiera del Beato Carlo per la Pace e la Fratellanza tra i Popoli) è di far conoscere e diffondere sempre più la testimonianza del Beato Carlo fedele ai modelli della santità laicale.