Carità essenziale nella Chiesa
Sessanta secondi per una sintesi celebrativa bastano e raggiungono l’obiettivo? Un video (che si può vedere sul canale YouTube di Caritas) chiude la giornata vissuta in Caritas Brescia per il 50° anniversario di fondazione di Caritas Italiana. Gli occhi di bambino che si aprono alla meraviglia del nuovo, sono gli stessi di una bambina che chiudendoli esprime l’intensità di un desiderio che cerca ed esprime davanti alla torta del suo compleanno e alle candeline da spegnere. Un video di meraviglia e di emozioni; la musica che accompagna le immagini sa di una storia in corso, di puro, di fresco; accompagna una mano che si muove e sfiora il creato. “La Carità resterà sempre per la Chiesa il banco di prova della sua credibilità nel mondo”. “Da questo tutti riconosceranno che siete miei” (Gv 13, 35). Le citazioni di S. Paolo VI rimandano all’essenziale di una prova testimoniale cristiana che ha il contenuto e la modalità di una delicata carezza.
Ho recentemente presentato Caritas ai/alle giovani che iniziano il Servizio Civile in Caritas. L’intervento è stato sulla passione di coltivare l’arte del “fare centro”. Il tirare con l’arco e il centrare il bersaglio sono stati metafora di un “allenamento” per centrare la vita ed il suo compimento. Caritas Italiana, in questi 50 anni, ha provato a “fare centro”, a cercare il suo centro. Ha forse mancato il bersaglio in talune circostanze? Probabilmente sì. Ma “fare centro” è stata la sua passione. Lo dice la storia di Caritas Italiana, lo narra il percorso di Caritas Brescia. Nelle brevi parole di S. Paolo VI tutto era già detto, tutto era già incluso in quella “folata” di Spirito che come vento gagliardo e leggero spirava nel 1971 e che per 50 anni Caritas Italiana ha provato a vivere. Tentare di essere espressione vera di un mandato ecclesiale solenne come prova di credibilità e di appartenenza chiara a Dio non è stato un compito facile per Caritas, lo intuiamo, ma è stata una dichiarazione di stima, un mandato accompagnato, apprezzato, incoraggiato, dentro una Chiesa che in Caritas si è espressa e interpretata. In questo, il tentare di “fare centro” è stato essenziale e sostanziale.
Caritas Italiana non nasce in prospettiva esclusiva, ma inclusiva. Il mandato di rappresentatività comunionale ecclesiale chiaro e dichiarato da Paolo VI nei confronti di Caritas è rispettoso e grato per una storia di carità che la precede e la fonda, a partire dalla carità di Cristo. Le nascoste, ma non per questo meno vere, logiche competitive nel mondo della carità sottendono ad altri criteri, non evangelici, non ecclesiali. L’auto-centratura non corrisponde al mandato di Caritas, anzi lo tradisce, ma nemmeno un approssimativo “Insieme” rende ragione di una dialettica sempre necessaria con il mondo della carità nelle sue varie espressioni e strutture. “Insieme” non significa uguali, medesime modalità, uguale mandato, ma tentare insieme di fare centro significherà sempre un cercare e trovare sé stessi nella logica di un confronto necessario e auspicabile, di cui Caritas si farà garante nella chiesa, davanti al mondo, non per suo volere, ma per mandato. La scelta preferenziale per i poveri, la prospettiva educativa, il mandato pastorale di Caritas non escluderanno per questo la sua azione, la implicheranno come segno che darà contenuto alla sua identità, la determineranno nello stile, imparando da chi da sempre la vive, condividendo le reciproche ricchezze espressive, restituendo alla Chiesa la fecondità della carità di tutti, di cui Caritas si farà responsabile e promotrice; preciseremo e aggiungeremo: non perché Caritas è migliore, ma perché le è chiesto. Anche questo deve ancora essere riconosciuto e apprezzato, non rivendicato. Tutto ciò per un presente e un futuro auspicabile. In gioco vi sarà sempre l’espressione evangelica ed ecclesiale della testimonianza di fede, della ricerca e della conoscenza di Dio, della dignità di vita delle persone.
Le note del Regina Coeli e del Veni Creator chiudono la celebrazione diocesana del 50° anniversario di Caritas Italiana. Le esecuzioni virtuose del maestro Gerardo Chimini richiamano alla risurrezione e alla invocazione dello Spirito per un futuro fecondo; l’elegante, profondo e sentito saluto finale benedicente di S. Paolo VI del 1972 rivolto a Caritas Italiana “Affettuosamente benediciamo voi”, lo riceviamo come mano delicata di Dio che sfiora Caritas, come una carezza. Caritas Italiana, dunque, non celebrerà sé stessa se non nella grazia di Dio e di coloro che hanno condiviso la carità, ricevendola, donandola.