Care famiglie, camminiamo insieme
Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Questo è l’invito dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, pubblicata il 19 marzo 2016. I Vescovi lombardi, si rivolgono con una lettera ai sacerdoti, diocesani e religiosi, agli operatori pastorali e alle famiglie delle Chiese locali per esprimersi sulla ricezione dell’Amoris Laetitia
È stata pubblicata la Lettera dei Vescovi lombardi ai sacerdoti, alle famiglie, alle comunità sulla ricezione dell’Amoris Laetitia. Ne parliamo con don Giorgio Comini, direttore dell’Ufficio per la famiglia.
Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare. Il titolo della Lettera riprende la parte finale dell’Amoris Laetitia.
Nel testo si fa un riferimento esplicito alla promozione della vocazione al matrimonio e alla famiglia... Sorprende, scrivono i Vescovi, che in queste condizioni esistenziali il cuore di tanti sia anche oggi riscaldato dal desiderio di un amore vero.
È una sorpresa molto piacevole e di sapore evangelico: il bene non viene mai cancellato del tutto. L’aspirazione a un amore sempre più autentico è davvero nel cuore umano di tutti, nonostante le indicazioni culturali (quelle gridate con voce più tonante) dicono tutt’altro, cioè invitano a usare o abusare delle relazioni o delle altre persone oppure a non fidarsi e a non innestare legami duraturi. In queste condizioni ci sono ancora uomini e donne che sfidano il tempo, la cultura e le condizioni avverse (politiche ed economiche) per sposarsi.
Si parla anche di affinare la pastorale per parlare di sessualità e affettività alle nuove generazioni...
Questa è una delle questioni centrali dell’annuncio cristiano. Lo si vede maggiormente nella fase educativa, oggi più prolungata nel tempo, per accompagnare una persona adulta magari verso proprio il matrimonio. La questione dell’amore di Dio nell’amore umano è centrale per i cristiani. Tanto è vero che noi crediamo in un Dio che è amore e nel suo figlio, Gesù Cristo, che ha dato tutto se stesso per amore. La sessualità è uno dei linguaggi privilegiati per esprimere amore soprattutto attraverso bellezza, piacere e responsabilità per raggiungere piena comunione e piena fecondità. Questo linguaggio ha bisogno sempre evangelizzato. E ogni epoca presenta sempre nuove sfide. Questo documento esorta ad accettare le sfide in quanto tali e a non piegarsi alle logiche del tempo, ascoltando soprattutto il Vangelo che fa bene a tutti.
Accompagnare, discernere, integrare. Le prospettive aperte dal capitolo VIII chiedono di tener conto anche delle situazioni reali delle famiglie...
Le situazioni reali sono molteplici e sono segnate da particolari gioie e da particolari fragilità. Il capitolo VIII di Amoris Laetitia punta l’attenzione su una specifica fragilità (non è l’unica) che appare preponderante: la fatica del giungere al matrimonio, la tenuta del matrimonio, le fratture e i nuovi cammini di unione dopo una separazione o un divorzio. Il capitolo VIII dice: annunciamo la bellezza di Dio nell’uomo ma teniamo conto delle storie concrete. I Vescovi non forniscono ricette già pronte con leggi uguali per tutti, ma si rifanno a una criteriologia diffusa da affinare per ogni persona e un accompagnamento che tenga conto delle storie individuali. Per tutti c’è speranza: è necessario che ciascuno riceva il messaggio della comunione e dell’integrazione nella Chiesa e della speranza a essere loro stessi evangelizzatori.
Nel testo non si presentano volutamente ricette pronte per il discernimento. Si chiede di continuare come singole Diocesi a studiare e approfondire. A Brescia qual è l’approccio pastorale?
A Brescia, ancora prima di Amoris Laetitia, ci siamo attivati con degli strumenti di accompagnamento. Adesso ci stiamo orientando verso un accompagnamento che prima di tutto cercherà di diffondere l’opera pastorale molto preziosa chiamata Gruppo Galilea (è un accompagnamento di fede per persone che sono in situazioni difficili o hanno situazioni matrimoniali irregolari, che hanno subito gravi fratture e magari tentativi di ricomposizione familiare): si tratta di un bel tavolo di fede, di amicizia sincera e di costruzione di grandi legami ecclesiali. L’obiettivo è diffonderlo in tutta la Diocesi, perché, ad oggi, abbiamo solo tre esempi che non sono sufficienti per coprire tutto il territorio. Accanto a questo si pensa a una formazione per i sacerdoti. Alcuni di questi potrebbero essere incaricati per un accompagnamento di “secondo livello”: dopo un primo approccio nella propria comunità locale, può darsi che serva un accompagnamento più costante. Serviranno, quindi, dei luoghi di misericordia. Insieme a questo è necessario far crescere la comunità cristiana. Non basta un documento. La comunità cristiana deve comprendere il messaggio di Dio del matrimonio ma deve anche saper curare le ferite dei propri fedeli dentro la comunità cristiana. Serviranno, quindi, cammini specifici sia nell’ambito liturgico sia nell’ambito catechetico.
Il documento dei Vescovi è un invito, prima di tutto, a guardare con coraggio alle sfide del nostro tempo...
Le situazioni personali o familiari segnate dal dolore o dalla divisione ci stanno dicendo, se guardate da un punto di vista profetico, che c’è bisogno di annunciare di più e meglio anche con opere e non solo con parole la grandezza dell’amore di Dio, di quanto è desiderabile e bello, e quanto il matrimonio-sacramento sia ancora una grande storia di vita per la quale ci si può spendere e una grande e necessaria missione nella Chiesa. Insieme al sacerdozio, il matrimonio è il fondamento della Chiesa.