Cammini, passione senza fine
Il racconto di Angelo Lazzari, medico anestesista oggi in pensione, che ha percorso tutti i grandi cammini
Angelo Lazzari, 75 anni, ha affiancato alla passione per la medicina (nella sua carriera è stato primario del Servizio di Anestesia e Rianimazione del Mellino Mellini di Chiari, dopo avere collaborato a Bergamo con Lucio Parenzan, pioniere dei trapianti cardiochirurgici in Italia) quella per i grandi cammini. Quando gli impegni professionali l’hanno consentito si è dedicato ai grandi cammini europei.
Nel suo personale curriculum figurano tre cammini di Santiago (lungo le grandi direttrici francese, portoghese e del Nord), la Via Francigena dal Gran San Bernardo a Roma, il cammino di San Benedetto e quello di San Francesco. E poi ancora la Via degli Abati, da Pavia a Pontremoli. La passione per questa esperienza è nata casaulmente. “Negli anni degli studi universitari a Pavia –racconta – ebbi modo di assistere alla proiezione di un film di Bunuel (La via lattea, ndr.) ambientato proprio lungo il cammino di Santiago. Era un film provocatorio, sconclusionato, ma che suscitò in me la curiosità di vivere quell’esperienza”. Il desiderio del cammino resta per anni latente, poi comincia a parlarne in famiglia e a progettare con il figlio Nicola l’ipotesi di percorrerlo in bicicletta.
Agli inizi degli anni Novanta Angelo Lazzari, in occasione di un convegno giovanile ad Assisi, conosce Paolo Caucci Von Saucken, storico e saggista italiano, specializzato nello studio delle vie del pellegrinaggio cristiano nel Medioevo e, soprattutto, presidente della Confraternita italiana di San Jacopo di Compostella. Lo subissa di domande e le risposte ricevute lo convincono ancora di più. “Al momento dei saluti – ricorda ancora – mi lasciò con una profezia: alla prima esperienza in bicicletta sarebbero seguiti tanti altri cammini a piedi”. E così è stato, al pellegrinaggio del 1994 in bicicletta con il figlio 13enne (“una grandissima esperienza”, ricorda guardando la foto pubblicata qui a fianco, ndr) ne sono seguiti tanti altri... Nel 2005 ha festeggiato il suo 60° compleanno ancora lungo il cammino di Santiago.
Se oggi guarda alle esperienze vissute riesce a trovare un filo rosso che le unisce l’una alle altre: una grande possibilità data a chi le vive per guardare all’interno di se stesso, per lasciarsi interpellare da quelle domande di senso che prima o poi tutti gli uomini si pongono. “In ogni cammino affrontato – ricorda – ho vissuto le stesse dinamiche: dopo i primi giorni, quando finalmente riesci a liberarti dei fardelli che di porti dietro dalla tua quotidianità, complici forse anche la fatica, la sofferenza e la solitudine, riesce a entrare in una dimensione in cui sei disponibile ad accettare i pensieri e le suggestioni che l’esperienza smuove. E questo è l’aspetto più bello”.
Per Angelo Lazzari non è ancora giunto il tempo di appendere “scarpe e zaino” al chiodo. A settembre affronterà, con l’entusiasmo di sempre, la Via Peuceta, tra Bari e Matera sulle orme di grandi figure della spiritualità dell’Italia del sud. Difficile credergli quando dice che quello sarà il suo ultimo cammino.