Buoni cristiani e buoni cittadini
Oggi il carisma pavoniano viene declinato a Brescia in una serie di servizi educativi per minori, un centro di aggregazione giovanile, un laboratorio esperienziale, il servizio semi residenziale “Essere” per ragazzi con problemi di relazioni familiari e due comunità-alloggio in cui sono accolti minori su segnalazione del Tribunale
Far crescere i ragazzi e i giovani come buoni cristiani e buoni cittadini: questo insegnamento che ha guidato Lodovico Pavoni nella sua passione educativa per le giovani generazioni, è stato anche il faro che ha illuminato i passi, le idee e i progetti dei suoi figli spirituali. Un faro che ha dovuto misurarsi con tempi in evoluzione e situazioni diverse a quelle che segnarono gli anni in cui il nuovo santo bresciano portò a compimento la sua opera terrena, a Brescia come in ogni altra parte del mondo in cui arrivò il suo carisma. “Si tratta di un insegnamento che ancora oggi ci illumina − affermano padre Giuliano Fedre e Gianni Tranfa, superiore e direttore dell’Opera pavoniana di Brescia, anche se gli scenari in cui ci muoviamo sono totalmente diversi rispetto a quelli che si prese a cuore Lodovico Pavoni”. Dismessa per motivi economici e di difficoltà nel ricambio generazionale la presenza nel campo scolastico e della formazione lavorativa, l’attenzione e la passione educativa non sono venute meno.
Oggi il carisma pavoniano viene declinato a Brescia in una serie di servizi educativi per minori, un centro di aggregazione giovanile, un laboratorio esperienziale permanente per ragazzi e giovani da 15 ai 23 anni che per diversi motivi non hanno potuto portare a termine il loro percorso scolastico, il servizio semi residenziale “Essere” per ragazzi con problemi di relazioni familiari e due comunità-alloggio in cui sono accolti minori su segnalazione del Tribunale. Si tratta di servizi educativi di diversa complessità, ma che cercano di dare, proprio come fece il padre fondatore ormai prossimo alla santità, risposte a bisogni di questi tempi, sia che si tratti di una semplice richieste ricreativa e aggregativa, come nel caso di Cag, o del tentativo di aiutare chi, per mille ragioni non ha potuto portare a termine un percorso scolastico/formativo atto ad aprirgli la strada del mondo del lavoro, o della richiesta di aiuto di chi vive forti problemi relazionali dentro e fuori la famiglia. Per tutti questi, a oltre 167 anni dalla morte del fondatore, i pavoniani ci sono ancora, fedeli a quello spirito e a quel carisma che ha fatto di Lodovico Pavoni. “Chi presta la propria opera all’interno dell’Opera Pavoniana − afferma padre Giuliano −, sia che si tratti di religiosi, di fratelli laici o di semplici volontari, sa che gli sono affidati ragazzi e giovani che devono crescere in modo integrale come persone, senza dimenticare la dimensione spirituale”. E non si tratta di un’attenzione che è rivolta solo ai cattolici, la stessa cura, la stessa preoccupazione è anche per chi crede in un altro Dio, perché non dimentichi nel suo cammino verso la maturità questa importante dimensione. “Anche a chi presta la propria opera nei nostri servizi − afferma al proposito Gianni Tranfa − proponiamo come momento importante del proprio processo di formazione, quello dell’attenzione alla dimensione spirituale, proprio perchè la canonizzazione di Lodovico Pavoni rende quanto mai attuale quell’invito a crescere come buoni cristiani e buoni cittadini”.