Andare alla Madonna della Stella
Il Santuario sorse sul disegno tracciato sulla neve da angeliche ali il 31 maggio 1536 sul confine di tre paesi: Cellatica, Gussago e San Vigilio
C’è un legame sottile ma ben saldo che unisce San Paolo VI con la Madonna: a Brescia con quella delle Grazie, accanto alla quale trascorse la fanciullezza e la giovinezza, e a Concesio con la Madonna della Stella, dove, a ricordo del suo segretario, mons. Pasquale Macchi, Giovanni Battista Montini avrebbe voluto stabilirsi come rettore al raggiungimento del tempo della pensione; divenne Papa e il suo corpo è deposto in San Pietro ma il cuore è rimasto a Concesio dove è si nato il 26 settembre 1897 ma, secondo noi, fu anche concepito: non è altresì spiegabile che il suo cuore palpitasse anche solo a sentirlo il nome dell’amata Concesio. Bene lo ricorda il pavoniano padre Pietro Lombardi, nativo di San Vigilio: “Un giorno il cardinale Montini venne a visitarci nella nostra casa di Tradate ed io non resistetti dall’esclamare ‘Concesio’; Montini si fermò visibilmente commosso e rivolto lo sguardo verso di me e poi al cielo aprì le braccia quasi ad abbracciarmi insieme a tutti i suoi amati concittadini”.
L’apparizione. Ma cos’ha di speciale il Santuario della Madonna della Stella, adagiato su di una collina dalla quale si vedono Brescia e la bassa, la Valle Trompia, la Valle Camonica e la Franciacorta? Il Principe Eugenio di Savoia – ma pare anche Napoleone – avrebbe esclamato che “da quassù si ammira il più bel panorama d’Europa”. Il Santuario sorse sul disegno tracciato sulla neve da angeliche ali il 31 maggio 1536 (da notare che il 29 maggio il calendario ricorda San Paolo VI, e quest’anno sono anche 100 anni dall’ordinazione sacerdotale di Giovanni Battista Montini) sul punto di confine dei tre paesi sottostanti: Cellatica, Gussago e San Vigilio. Ecco come viene ricordata l’apparizione: “La Vergine apparve ad Antonio de Antoni che stava recitando il rosario; d’improvviso rifulse davanti ai suoi occhi una stella talmente lucente da vincere i raggi del sole e nel bel mezzo di quella luce gli apparì la Vergine Santissima con il Divino Bambino in braccio. Quando una folla di popolo giunse sul luogo dell’apparizione potè vedere un bel collocato disegno di fondamenta nel di cui mezzo elevavasi un giglio di non mai più veduta bellezza, su cui spargeva i suoi raggi una stella perpendicolarmente ad esso imminente”.
Il giovane Montini. Giovanni Battista Montini saliva spesso da giovane al santuario, che ben vedeva dalla casa natale di Concesio, distante 3 km. Anche quando già sacerdote e studente a Roma era in vacanza a Brescia, soleva prendere il tram fino a Concesio e, poi, a piedi raggiungeva l’amico Giuseppe Cottinelli nella cascina Selva. Qui spesso venivano raggiunti da Andrea Trebeschi di Cellatica e la mattina dopo, accompagnati, a volte, dal fattore dei Cottinelli, Giuseppe Gelmini, che si prestava a fare anche da chierichetto – così ci raccontò personalmente – salivano fino al Santuario della Stella attraverso uno stretto sentiero. Dopo la Messa, se non andavano di fretta e se il fattore non aveva lavori urgenti nei campi, in cantina o nella sua bottega, consumavano una tranquilla colazione sotto il portico di casa Gelmini dove il Pino, di soli 4 mesi più giovane di Giovanni Battista, offriva focaccine e dolcetti preparati la sera prima e accompagnati da un nero caffè di cicoria. E lì, all’ombra della Stella, ma anche contornati dagli odori della vicina stalla, possiamo rivedere Battistino – così veniva chiamato il futuro Papa nella cerchia famigliare – mentre raccomanda al Pino, da poco marito della signora Emilia, di affidarsi sempre alla Provvidenza e di mantenersi saldo nella fede (avrà 10 figli di cui una, Albina, missionaria laica).