Altri tempi: una burla a tasso alcolico (1668)
E così incappiamo ancora in un litigio come se ne trovano tanti negli archivi. Il tutto ha luogo a Villa di Limone, frazione di Gavardo, dove dei buontemponi ‘senza malizia’ decidono di mettere un cartello all’inizio del paese con la scritta ‘osteria’ per burlarsi di quelli ‘che si dilettano portarsi in essa terra per gustare delle soavi bevande che in essa si raccolgono’: quindi diciamo, una burla a (lieve) danno dei forestieri che arrivano.
Lo scherzetto però non piace all’arciprete che, dopo aver ottenuto privato pentimento dagli ‘imputati delinquenti’, pretende che essi facciano ammenda niente meno che davanti al popolo dei fedeli, durante una pubblica funzione. E’ chiaramente troppo per i buontemponi e questi si rifiutano di fare quanto richiesto. Ecco dunque che l’ira funesta del parroco si abbatte su tutta la popolazione: vieta che sia impartita una qualsivoglia benedizione al popolo tutto. La ripicca del paese, che in questo documento rivolge la sua supplica al vescovo, non si fa attendere: se il parroco impedirà le dovute benedizioni, per tutti gli anni per cui questo avverrà, gli abitanti si rifiuteranno di pagare le decime sul vino e le pagheranno…in acqua. [Carte ad annum, busta 17, anno 1668]