Aiuti concreti per le parrocchie
Criteri e modalità di distribuzione delle risorse (8 milioni di euro) messe a disposizione dalla Cei e dalla donazione di Banca Intesa Sanpaolo
La pandemia di Covid-19 che tanto dolore e tante sofferenze ha provocato nelle famiglie e nelle comunità del Bresciano ha fatto sentire i suoi effetti anche nella vita della Chiesa bresciana, chiamata nella lunga stagione del lockdown a inventarsi modi nuovi per essere comunque vicina alla sua gente. Molto si è scritto nelle scorse settimane della riscoperta dei social per le celebrazioni, i momenti di catechesi, le occasioni di preghiera; molto altro è stato detto sulle disposizioni e sulle norme a cui è stata vincolata la ripresa delle celebrazioni e delle altre attività pastorali.
Poco è stato, invece, scritto su un altro aspetto non meno importante rispetto a quelli ricordati: le difficoltà economiche con cui anche le parrocchie sono state costrette a confrontarsi. Per comunità che sostanzialmente vivono delle offerte dei fedeli i tre mesi di stop totale alle celebrazioni sono stati un dramma, a fronte di spese di gestione ordinaria che non sono venute meno. Nessuno, a differenza di altre realtà, ha voluto battere sul tasto delle difficoltà economiche.Alle prese con la necessità di garantire la vicinanza alle persone in un tempo tanto difficile, parroci e curati non hanno avuto il tempo di dare la giusta sottolineatura al problema. Il tema e la sua urgenza, però, non sono sfuggiti al vescovo Tremolada che ha istituito il fondo “In aiuto alla Chiesa Bresciana” per fare fronte alle esigenze e alle necessità delle parrocchie secondo principi di perequazione, uguaglianza e solidarietà.
La gestione del Fondo è affidata a don Giuseppe Mensi, vicario per l’Amministrazione in accordo con l’Economo diocesano Paolo Adami. I destinatari del Fondo sono tutte le parrocchie della diocesi di Brescia (473), gli enti ecclesiastici, gli Istituti religiosi e le famiglie in particolare difficoltà economica, secondo i criteri definiti dalla Conferenza episcopale italiana per la distribuzione del “Fondo straordinario 8xmille”. Tre sono le fonti che alimentano il fondo: due arrivano dall’8xmille della Cei (1.811.036,49 euro erogati per l’Emergenza Covid-19 più altri 1.267.418 per la Zona Rossa).A questi si aggiunge l’erogazione di 5 milioni di euro effettuata da Banca Intesa Sanpaolo (già annunciata sullo scorso numero di “Voce” che va ad alimentare il fondo diocesano di solidarietà “do.Mani alla speranza” e quello “In aiuto alla Chiesa Bresciana”.
Diverse sono le modalità di distribuzione delle risorse a disposizione: a tutte le parrocchie verranno erogati, entro il 31 luglio, 2 euro per ciascun abitante; alle comunità parrocchiali con meno di 500 abitanti, invece, sarà dato un contributo fisso di 1.000 euro.Le parrocchie che non hanno particolari necessità economiche possono, nella prospettiva di quella solidarietà già ricordata, corrispondere la propria quota, tutta o in parte, ad altre con maggiore necessità, sia attraverso l’Ufficio Amministrativo, sia direttamente, comunicando all’Ufficio la quota erogata. La quota annuale destinata alle parrocchie in difficoltà, derivante dall’8xmille, nel 2020 viene integrata con 650mila euro e nel 2021 con altri 250mila.
La Diocesi provvede a rimborsare entro il 31 dicembre 2020 la quota di interessi maturati sui mutui e sui fidi bancari risultanti nell’esercizio finanziario 2019. Al “Fondo diocesano di solidarietà”, gestito dalla Caritas per le famiglie in difficoltà, viene assegnato un milione di euro. Agli Enti ecclesiastici e agli Istituti religiosi che operano nelle situazioni di emergenza o in difficoltà economica causata dall’epidemia viene riservata una quota pari a 1milione e 500mila euro.
Per accedere al Fondo le parrocchie devono avere presentato, con relativa approvazione, da parte dell’Ufficio Amministrativo della diocesi, il bilancio 2019; devono provvedere al pagamento della tassa diocesana del 2% per il bilancio 2019 entro il 30 settembre 2020. Entro il prossimo 30 settembre le parrocchie in particolari difficoltà economiche e che intendono ricevere ulteriori contributi, dovranno compilare il modulo di richiesta di aiuto straordinario per le parrocchie Per quanto riguarda, invece, gli altri enti ecclesiastici e gli istituti religiosi l’accesso al fondo è condizionato dall’invio di una richiesta formale inviata al Vicario per l’amministrazione nella quale viene descritta la situazione di difficoltà economica generata da questa emergenza. La quota rimanente delle risorse viene investita in un fondo bancario come riserva finanziaria per rispondere a ulteriori emergenze delle parrocchie, che potrebbero essere causate dal protrarsi dell’epidemia.
Nel dicembre del 2023, al termine di un periodo di tre anni, il Vescovo, sentito il consiglio episcopale, potrà destinare la somma restante per altre finalità diocesane, ma sempre secondo i criteri stabiliti dal fondo.