Accogliere, proteggere e custodire
Il Vescovo ha visitato Casa Delbrel, una struttura di accoglienza per famiglie ferite e in difficoltà, e ha incontrato gli ospiti e i volontari
Mons. Pierantonio Tremolada si è mostrato un uomo di parola…. Ha mantenuto fede alla promessa che aveva fatto di visitare Casa Delbrel – Dimensione Famiglia, l’ex-convento delle Suore Carmelitane di Torino. Donato all’Associazione Punto Missione Onlus (realtà nata dal Movimento Ecclesiale Carmelitano), è diventata una struttura di accoglienza per famiglie ferite e in difficoltà; al centro c’è l’insegnamento di un’assistente sociale significativa per l’Associazione: Madeleine Delbrel. Dopo il benvenuto del Direttivo di Casa Delbrel, mons. Tremolada ha potuto incontrare gli ospiti nelle loro case.
Dopo aver incontrato le volontarie del Centro aiuto alla vita che hanno aperto uno sportello alcuni mesi fa, ha visitato la comunità di donne con i loro figli: momenti emozionanti, durante i quali le mamme e i loro bambini hanno potuto percepire l’abbraccio paterno di un papà, che in quel momento era tutto per loro, in un ascolto pieno delle loro storie e delle loro attività. Nella sezione superiore di Casa Delbrel ha incontrato, invece, le famiglie richiedenti protezione internazionale, accolte in collaborazione con la Cooperativa Kemay di Caritas diocesana di Brescia. L’incontro è avvenuto in cucina, in un silenzio assordante: anche i bimbi silenziosamente osservavano “il grande papà” con grande rispetto e un po’ intimiditi. Lentamente poi ogni famiglia ha avuto la possibilità di stare alcuni minuti personalmente con mons. Tremolada e di raccontarsi. Scendendo di un piano, è entrato nella numerosa famiglia di Carla e Ferruccio Valetti, famiglia che risiedeva a Capriolo e che si è trasferita per garantire una presenza costante e discreta all’interno di Casa Delbrel. Qual è il loro ruolo? Una famiglia custode, non tanto degli ambienti, quanto delle persone di Casa Delbrel, delle loro relazioni. Una famiglia, che silenziosamente testimonia nella quotidianità la sua fede operosa. Il Vescovo è passato anche in cappella dove c’è il Santissimo, che permette di ricordare il centro di Casa Delbrel: una presenza viva che accompagna le scelte nella quotidianità: dopo un applauso, i volontari di Casa Delbrel hanno potuto incontrare il Vescovo che così ha salutato: “Vi ringrazio per l’esperienza che mi state donando. È un’esperienza che si sta rivelando davvero molto significativa. La prima reazione è quella di un sentimento di gratitudine per chi sta realizzando un’opera, un’azione che mi pare molto evangelica. Ha le caratteristiche del Vangelo così come il Signore ce lo ha annunciato. Ho avuto occasione di incontrare le persone che qui sono accolte e mi ha molto colpito ciò che mi hanno detto, il modo con cui me lo hanno detto… Tutto questo so che voi lo vivete con quella giusta e sana umiltà che lo rende autentico. Qui si prova il senso del trovarsi bene, espressione e testimonianza di una sana modalità di azione e lo si fa per il bene delle persone stesse che si accolgono”.