A Brescia con lo stile dell'incontro
A Milano il primo "confronto" tra mons. Pierantonio Tremolada a i giornalisti bresciani. Le priorità, le attenzione e lo stile del nuovo vescovo che chiama a raccolta e alla collaborazione le risorse migliori della città per affrontare le impegnative sfide del tempo corrente
"Il mio desiderio? Mettere a disposizione della Chiesa bresciana, che è per tradizione e articolazione non ha nulla da invidiare a quella ambrosiana, le esperienze nel servizio a Milano perché, con la collaborazione di tutti, si possano affrontare le grandi sfide che il tempo contemporaneo propone". In questa "dichiarazione di intenti" che può essere riassunto tutto il senso del primo incontro con mons. Pierantonio Tremolada con la stampa bresciana.
È statp un incontro all'insegna della cordialità quello ospitato nel palazzo arcivescovile di Milano nel corso del quale il neo eletto Vescovo di Brescia, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, ha messo in fila quelle che saranno alcune priorità del suo episcopato, a partire dal richiamo all'essenzialità fatto da papa Francesco nella Evangelii Gaudium, che sul piano pastorale, ha ricordato il nuovo vescovo, deve essere tradotto nella necessità di far percepire la Chiesa bresciana e tutte le sue realtà attente alla persona, capaci di farla sentire amata, accolta, sostenuta.
"Dobbiamo imparare a incontrare le persone - ha affermato mons. Tremolada, rispondendo a una domanda - a partire dal loro volto. Questo ci impone non tanto di pensare a investimenti per conservare quello di cui la nostra Chiesa dispone, ma uno sforzo per potenziare la sua capacità di incontro". Queste, è èarso di capire, saranno le linee guida di episcoparo che non risponde a modelli preconfenzionati.
"A una Chiesa ricca e importante come quella bresciana - ha risposto a chi gli chiedeva se già si fosse fatto un'idea di Brescia - occorre approcciarsi cercando una conoscenza approfondita di tutte le sue dimensioni perché quello che stiamo vivendo è un periodo di grande cambiamento che richiede tanta intelligenza". Per questo ha dichiarato che intende sin da subito impostare il suo episcopato sull'incontro e sul dialogo. "La mia speranza - ha affermato - è che le migliori energie bresciane si mettano insieme per dare risposte positive e di senso alle tante sfide che abbiamo davanti".
In cima all'elenco delle sue attenzioni, frutto anche del servizio svolto della Chiesa milanese, ci sono i giovani ("costretti oggi a difendersi da tre pericoli: la precarietà, la solitudine e l'indifferenza") che intende incontrare, compresi quellli che oggi non vivono più l'esperienza di Chiesa, i preti ("il vescovo e i suoi presbiteri devono essere una cosa sola. Anche il Concilio Vaticano II ha ribadito che esiste il presbiterio e non il singolo prete. Quello che dirò e farò comne vescovo sarà il frutto della condivisione, del dialogo e del confronto con i miei preti"); i più deboli.
Interpellato sul tema del dialogo interreligioso e sulla presenza degli stranieri a Brescia mons. Tremolada, da biblista, ha risposto citando il libro della Genesi (e la tavola dei popoli intorno a cui sedevano tutte le genti), don Tonino Bello ("Credo nella convivialità delle culture e delle differenze) e soprattutto il card. Martini ("Il vero dialogo lo fanno le persone veramente religiose").
"Quando c'è la fede - ha sottolineato - non c'è difficoltà al dialogo e al confronto".
Molti altri, poi, sono stati i temi toccati da mons. Pierantonio Tremolada nel primo incontro con i giornalisti bresciani: dall'intenzione di indire una visita pastorale per incontrare la Chiesa che papa Francesco gli ha affidato, al desiderio che il suo episcopato possa vedere, finalmente, la canonizzazione di Paolo VI, dai tempi del suo ingresso a Brescia a quelli che sono stati gli incontri importanti che hanno segnato la sua vita e la sua formazione ("i grandi papi da Giovanni XXIII in poi e tante persone umili, portatrici, però, di una fede popolare e profonda".
Un ultimo pensiero, che farà sicuramente felici i tanti tifosi delle rondinelle, l'ha dedicato al Brescia calcio. "Da oggi possono contare su un tifoso in più - ha affermato il nuovo vescovo di Brescia - è qualora dovesse essere promosso in serie A, garantisco che tutte le campane della diocesi suonaranno a festa".