800 anni del Cantico delle creature
Martedì 29 ottobre alle 18 nel Salone del convento di San Francesco si terrà un incontro sul tema “800 anni del Cantico delle creature”. Interviene il prof. Pietro Gibellini (Università Ca’ Foscari) con la lettura dei testi da parte di Luca Muschio. Il prof. Pietro Gibellini, già ordinario di Letteratura italiana a Ca’ Foscari, è presidente dell’edizione nazionale delle opere di D’Annunzio, condirettore di “Ermeneutica letteraria”, “Letteratura e dialetti”, “Archivio D’Annunzio” e autore di numerosi libri e saggi di letteratura. Luca Muschio ha frequentato corsi di teatro e ha studiato presso l’ “Accademia di doppiaggio”. Nel 2017 ha vinto un contratto come lettore di audiolibri nel concorso “Actors&poetryfestival” di Genova e da quel momento ha cominciato a registrare diversi audiolibri pubblicati su Audible. La serata è promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e dai Padri Francescani. Il Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi è stato giustamente definito come un salmo in volgare. In effetti il testo fu composto come preghiera mattutina da cantare insieme ai Salmi. In particolare vari studiosi hanno sottolineato le forti affinità con il Salmo 148, Laudate Dominum, composto dopo la ricostruzione del tempio di Gerusalemme. Inoltre vi sono significative differenze che intercorrono tra la fonte del VI secolo a.C., conosciuta da Francesco nella versione latina di san Girolamo, e il componimento volgare del XIII secolo. La descrizione del cosmo da parte dell’autore medievale risente del razionalismo che andava diffondendosi nella civiltà occidentale, per cui il poeta offre una più ordinata e concisa rassegna delle creature, accorpate in base agli elementi costitutivi della natura: aria, fuoco, acqua e terra. Sul piano intellettuale ed espressivo, la differenza rispetto alla fonte riguarda il simbolismo, per il quale il sole è citato per primo poiché porta “significatione” del Creatore. Sul piano morale e teologico, risalta la visione evangelica, per la quale Francesco loda il perdono e la morte corporale, fidando in quell’immortalità dell’anima che nel Salmo non è contemplata.