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Brescia
di VITTORIO BERTONI 31 mag 2019 11:10

Un interclub dal risvolto culturale

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Il direttore del Museo della Certosa di Pavia Giacomo Maria Prati è stato ospite del Rotary Club Veronica Gambara e Rodengo Abbazia per una relazione sul Cenacolo di Leonardo

Un interclub dal grande risvolto culturale. Il Rotary Club Veronica Gambara e Rodengo Abbazia hanno ospitato Giacomo Maria Prati, avvocato, storico dell'arte e direttore del Museo della Certosa di Pavia, che ha svolto una relazione sul Cenacolo di Leonardo.

L'opera del genio toscano, di cui quest'anno ricorrono i 500 anni della morte, è stata analizzata mettendo in risalto le caratteristiche che ne fanno un capolavoro. “Se vogliamo sintetizzare il Cenacolo a livello di visione e di struttura – spiega Prati - possiamo usare tre parole: luce, equilibrio e compendio”.

Luce. “Si tratta di una delle prime opere europee a utilizzare un fondo scuro, in questo caso scelto per valorizzare la rappresentazione quale irradiazione solare”. Sono i Fiamminghi ad iniziare alcuni anni prima questa rivoluzionaria operazione con le loro 'Natività in notturno', ma per diverse esigenze di realismo, non per la visione cosmica e spirituale che Leonardo imprime nell’opera affinché sia un Manifesto dell’Umanesimo, come vuole la presenza forte di Ludovico il Moro a Santa Maria delle Grazie e come apprezza anche una committenza colta ed esigente come i Domenicani per il loro nuovo refettorio.

Equilibrio. “Il Cenacolo è tutto un gioco sapiente di bilanciamenti, di gesti, colori, posizioni, posture e ritmi, tra destra e sinistra, alto e basso, irradiazione e ritorno al centro, a Cristo”. Leonardo riesce a mettere insieme tutti gli elementi in modo semplice, sintetizzandoli.

Compendio. “Nel Cenacolo è presente ogni linguaggio indiretto: simbolico, metaforico, mitico, scientifico, spaziale, floreale, architettonico, paesistico”. Una sintesi dell'arte. Un capolavoro.

VITTORIO BERTONI 31 mag 2019 11:10