Sit-Down Babies
Appuntamento con il vernissage, sabato 6 maggio alle 11 negli spazi del Mo.Ca., della mostra fotografica Sit-Down Babies, a cura di Paula Jesus, un evento di Aole asd.
"In questo progetto - scrivono gli organizzatori - sono stati coinvolti bambini e bambine Under 12 con la Sindrome di Down di Brescia e provincia, da lì il titolo della serie fotografica. Il contrasto tra normalità e diversità stride, provocando spesso atteggiamenti negativi di discriminazione, compassione o violenza. In questo progetto la diversità è però intesa come la singolarità di ognuno, che viene sempre prima di ogni categorizzazione: 'disabile, 'immigrato, 'omosessuale' e via dicendo. In questa serie fotografica non vediamo delle “categorie umane”, ma persone con dei nomi e dei tratti distintivi. Nel momento in cui si tiene come unico e solo riferimento di intellegibilità il metro normativo dell’abilismo non si potranno mai accettare altri modelli difformi a quello vigente. La società spinge a definire la diversità come ciò che rimane escluso perché le sue note caratterizzanti sono in contrasto da quelle definite normali. 'Sit-Down Babies' vuole far vedere come questi bambini e bambine sono diversi tra loro, pur appartenendo e condividendo la stessa Sindrome. Bisogna tener presente che la diagnosi serve nel momento in cui può aiutare le famiglie e i diretti interessati a comprendere meglio sé stessi e i motivi di determinate difficoltà che spesso non consentono di fare una vita serena e autonoma. La diagnosi serve dunque a non far vivere alla persona una condizione esistenziale fondata sul confronto con un ideale di salute fisica o intellettiva che non gli appartiene, in contrasto con la propria. Dovrebbe servire a vivere in modo consapevole. Ogni qualvolta si parla di diversità viene subito da pensare all’inclusione, come se si dovesse inserire un corpo estraneo in un tessuto collettivo dato a priori. In questo modo però si riconosce inconsciamente l’esistenza di un “fuori” in opposizione con un 'dentro', un 'noi' in opposizione rispetto a un 'voi'. Ma se persone con determinate caratteristiche vengono riconosciute come appartenenti ad una altra categoria umana, appunto diversa e in contrasto, come possiamo davvero parlare di comunità? Sit-Down Babies parla di bambini e bambine che hanno caratteristiche uniche ed ineguagliabili, punti di forza e aspettative di crescita personali".