Alla vigilia del Giubileo, Firenze ospita gli esercizi spirituali con il cinema
Dal 5 all’8 dicembre nella città culla delle "Misericordie" sul tema "Il sacro cuore. Voglio misericordia e non sacrificio". A proporre gli esercizi è l’Associazione cattolica esercenti cinema (Acec) con i gesuiti di Padova. Don Bianchi: “Revisione di vita e acquisizione di nuove competenze”. P. Bertagna: “Immaginazione risorsa per entrare nel Mistero”
Come in un film. Per favorire la preghiera, sant’Ignazio invitava ad immedesimarsi con la fantasia nei diversi episodi della vita di Gesù, come nelle sequenze di un film, immaginando di essere fisicamente presenti sul “set” partecipando attivamente all’azione. Nasce da qui il connubio cinema – esercizi spirituali? “Il libretto degli esercizi spirituali ignaziani è probabilmente l’unico libro scritto per non essere solo letto – premette padre Guido Bertagna – Gli esercizi vanno eseguiti, come quelli fisici. Potrei avere letto tutti i manuali di nuoto, ma finché non li applico immergendomi nell’acqua, del nuoto potrei sapere tutto. Tutto, tranne nuotare”.
Per Ignazio la forza dell’immaginazione “non è qualcosa da imbrigliare perché di disturbo alla preghiera”, bensì “una straordinaria risorsa che può essere messa totalmente a servizio della preghiera, aiutarla, indirizzarla, sostenerla.Tramite l’immaginazione si può entrare più profondamente nei misteri contemplati, conoscerli più da vicino, farne in qualche modo esperienza”.
Compagno di strada e di ricerca. “Chi prega ha un ruolo molto attivo, anche nel mettersi a servizio della scena contemplata”, prosegue p. Bertagna, ma deve attingere allo “sfaccettato repertorio di immagini nascosto nell’immenso e disordinato sgabuzzino della memoria”. Il cinema “è parte integrante e attiva di questo repertorio: può suscitarlo, nutrirlo e, allo stesso tempo, dargli un ordine. Renderlo utilizzabile. L’immagine e la sequenza cinematografica aprono mondi e li mettono in comunicazione, ne lasciano immaginare altri, non ancora visitati”. Così, prosegue il gesuita, il cinema “diventa compagno di strada nella ricerca e nella preghiera, aiuto prezioso per entrare nel dinamismo” delle Scritture, e i linguaggi biblico e cinematografico “si pongono insieme in dialogo con l’anima”.
Gli esercizi sono incentrati sulla misericordia, “tema centrale per ogni esistenza, quindi universale al di là della coincidenza con l’inizio dell’Anno santo”, spiega ancora padre Bertagna. Un tema “facilmente confinato a quelle parti di noi e della nostra vita che si scontrano con mancanze, colpe, pesi del passato, diventando una via di rielaborazione della nostra storia. Il che è già qualcosa. Anche molto. Ma la misericordia è ben più: è l’esperienza che ci permette di entrare nell’intimo del cuore stesso di Dio. Senza questo passaggio, il nostro cammino è incompleto e lacunoso”.
Nelle quattro giornate fiorentine la mattina sarà dedicata a tempi di preghiera personali e al silenzio; nel pomeriggio gli spunti più significativi delle pagine bibliche verranno ripresi con l’aiuto di brani di film. “Una sola immagine”, per Bertagna, può diventare “intimamente eloquente”, come insegna Andrej Tarkovskij cogliendo la ricchezza di una goccia d’acqua nella quale “si riflette un mondo intero”. “Forse – conclude – anche nella vita si può ricominciare a notare quella goccia d’acqua e convertire il nostro sguardo sugli altri, sul mondo. E anche su Dio”.
GIOVANNA PASQUALIN TRAVERSA (SIR)
03 dic 2015 00:00