A tu per tu con Tiziano: la proroga
Sino al 10 luglio la visita al polittico Averoldi conservato nella collegiata deu Santa Nazaro e Celso
A seguito del grande successo di pubblico, alla Collegiata dei Santi Nazaro e Celso a Brescia, è stata prorogata fino al 10 luglio 2022, l’iniziativa “A tu per tu con Tiziano”, ideata e curata da Davide Dotti, organizzata dalla Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso che consente di ammirare per la prima volta il celebre Polittico Averoldi, dipinto da Tiziano nel 1522, da una prospettiva inedita e ravvicinata, a soli due metri e mezzo di distanza, per apprezzarne la straordinaria qualità pittorica e la folgorante potenza espressiva.
In occasione del V centenario del suo arrivo a Brescia, nel presbiterio della chiesa è stata appositamente allestita una struttura che permette al pubblico di salire a sette metri di altezza, consentendo una nuova ed emozionante visione del capolavoro del maestro cadorino, considerato dalla critica una delle pietre miliari del Rinascimento, portatore di numerose innovazioni dal punto di vista estetico e stilistico.
Fin da quando la chiesa venne riqualificata, a partire dalla metà del '700, il Polittico Averoldi - firmato e datato “Ticianvs Faciebat / MDXXII”, inamovibile a causa della sua fragilità, composto da cinque pannelli dipinti a olio su tavola - è visibile solo dal basso e da grande distanza. Se da un lato la sua collocazione sopraelevata consente una visione complessiva dell’opera all’interno del monumentale impianto architettonico del tempio, dall'altro non permette di cogliere particolari e dettagli di grande importanza e qualità quali il ritratto del committente (il potente vescovo bresciano Altobello Averoldi, legato pontificio a Venezia), la firma e la data apposta da Tiziano sul rocchio di colonna sul quale San Sebastiano poggia il piede destro, la straordinaria fisicità dell'atletico corpo del Redentore, la dolcezza del profilo della Vergine, i lunghi boccoli dorati che incorniciano il volto dell'angelo annunciante e i numerosi pentimenti, individuabili anche ad occhio nudo, quali il cambiamento della posizione delle gambe e del tessuto svolazzante che cinge i fianchi del Cristo.
La visione dell’opera è organizzata per gruppi di massimo 15 persone a cui verrà fornita un'audioguida; i gruppi saranno accompagnati nel percorso di vista da volontari, secondo una turnazione di 20 minuti; il venerdì e il sabato dalle 10.00 alle 17.30, la domenica dalle 11.00 alle 17.30.
Il politico venne commissionato a Tiziano intorno al 1519 dal bresciano Altobello Averoldi, vescovo di Pola e legato pontificio a Venezia, con lo scopo di collocarlo sull'altare maggiore della chiesa dei Santi Nazaro e Celso di cui, fin dal 1515, era preposto.
Dopo una lunga fase ideativa ed esecutiva testimoniata da diversi disegni preparatori e da numerosi pentimenti visibili anche ad occhio nudo, scampato il tentativo del Duca di Ferrara Alfonso I d'Este - ordito per il tramite del suo ambasciatore a Venezia Jacopo Tebaldi - di convincere Tiziano a vendergli per una cifra assai considerevole la tavola con il San Sebastiano che lo stesso maestro riteneva “la megliore pictura ch'el facesse mai”, il polittico venne messo in opera nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso il 31 maggio 1522.
Nella tavola centrale spicca la Resurrezione di Cristo; Gesù vittorioso, con il corpo in movimento e in torsione, tiene nella mano destra il vessillo crociato simbolo del trionfo sulla morte.
Nel registro superiore è rappresentato l'episodio dell’Annunciazione suddiviso in due distinti pannelli. In quello di sinistra, contro un fondo scuro, campeggia l'elegante e luminosa figura dell’Arcangelo Gabriele che srotola un filatterio con l'iscrizione “Ave Gratia Plena”; in quello di destra la Vergine dai delicati lineamenti e il capo leggermente chino, porta la destra al petto in segno di accettazione.
La tavola di sinistra del registro inferiore raffigura invece i santi patroni Nazaro e Celso in armatura, in compagnia del committente Altobello Averoldi colto in preghiera con le mani giunte. Quella di destra è interamente occupata dalla splendida figura di San Sebastiano dal corpo sfiancato sorretto dalle corde legate all'albero, una geniale idea tizianesca che deriva dalla conoscenza dei due Prigioni di Michelangelo oggi al Louvre risalenti al 1513 circa, noti come “Lo schiavo morente” e “Lo schiavo ribelle”, un tempo destinati a far parte della tomba di papa Giulio II.
Il percorso espositivo si completa con la visita alla pala dell’Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco d’Assisi e Nicola da Bari e al Padre Eterno, dipinta da Alessandro Bonvicino detto il Moretto che, per l’occasione sarà affiancata dalla predella raffigurante l’adorazione dei pastori, concessa eccezionalmente in prestito dal Museo Diocesano di Brescia