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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 28 ago 2019 07:48

Voci brasiliane sull'Amazzonia a fuoco

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Don Raffaele Donneschi, fidei donum a Macapà, ricorda che il dramma della distruzione dell'ambiente amazzonico ha radici lontane nel tempo e spesso dimenticate. E come tanti altri, nella scia degli appelli di papa Francesco, chiede l'attuazione di un'ecologia integrale

José Fernandes de Oliveira, noto come padre Zezinho, è un prete dehoniano, scrittore e musicista brasiliano. È sua una delle prese di posizione più significative circa quanto sta accadendo in Amazzonia: “Incendi simili, in questa parte del mondo, ci sono da oltre 40 anni. Non sono una novità. Da un lato tali calamità derivano da fenomeni naturali come la siccità, dall’altro sono provocati volontariamente in modo criminale. Non è tutta colpa del presidente Bolsonaro che non ha legiferato” per contrastare gli incendi.

Tale analisi è condivisa anche dal bresciano don Raffaele Donneschi, fidei donum nella diocesi di Macapà, in Brasile, retta da un altro bresciano, mons. Piero Conti. “Un conto sono i contadini che bruciano determinati appezzamenti di terreno – afferma don Raffele, in questi giorni a Brescia – come del resto accade anche da noi, ben altro discorso riguarda i grandi imprenditori e le multinazionali che dagli incendi traggono profitto trasformando quella che era la foresta in distese di coltivazioni di soia”.

“Padre Zezinho - ricorda Donneschi - è ben lontano dalle posizioni di Bolsonaro. È un sacerdote che più volte si è accostato alla teologia della liberazione”. Certamente “Bolsonaro ha delle responsabilità ed è vero che l’aumento di circa l’80% degli incendi è anche riconducibile a una politica che, in assenza di nette prese di posizione, non ha disincentivato le speculazioni”.

Don Raffaele, però, mette in guardia chi tenta di strumentalizzare ideologicamente la situazione. L’unica risposta a tale stato di cose è l’attuazione di quell’“ecologia integrale” tanto cara a papa Francesco: “La foresta amazzonica è sì uno dei principali polmoni verde del mondo, ma rappresenta anche, per molte persone, l’unica fonte di sussistenza. È necessario un cambio di prospettiva”.

Quella del fidei donum bresciano è una linea di pensiero che riprende quella della Rete ecclesiale Pan Amazzonica (Repam) che, con una nota firmata dal presidente, card. Cláudio Hummes, dal vicepresidente, card. Pedro Barreto Jimeno, e dal segretario esecutivo, Mauricio López, dopo i ringraziamenti per tutti quelli che, tra organismi ecclesiali e mezzi di comunicazione, hanno espresso vicinanza per “la situazione critica di tutta l’Amazzonia, specialmente in Brasile e in Bolivia, per gli incendi di grande dimensione”, cosciente che in questo momento “il cambiamento climatico e l’aumento dell’intervento dell’uomo “stanno conducendo l’Amazzonia verso un punto di non ritorno”, si unisce ai differenti pronunciamenti che in linea con il magistero di Papa Francesco “fanno appello a tutta l’umanità perché prendiamo coscienza delle gravi minacce di questa situazione e perché ci impegniamo nella cura della casa comune, alzando la voce e cercando strade concrete d’azione pacifica, ma ferma, esigendo che si ponga fine a questa situazione”.

ROMANO GUATTA CALDINI 28 ago 2019 07:48