Vicino al malato
Dal 3 al 24 ottobre alla Domus Salutis l’associazione “Vad” organizza un corso di formazione per aspiranti volontari. Il profilo dei candidati e le finalità dell’iniziativa nelle parole del presidente Giovanni Zaninetta
“La disponibilità e la motivazione istintiva non bastano per relazionarsi efficacemente con persone che vivono esperienze traumatiche, colpite da malattie invalidanti o reduci da interventi chirurgici importanti, bisognosi non solo di riabilitazione ma anche di cure e di accompagnamento per poter ritornare ad una vita per quanto possibile autonoma e di buona qualità. Le stesse considerazioni valgono per chi desidera dare un contributo”. È da questa premessa che prende le mosse il corso di formazione – denominato “Una proposta per il volontariato” – che si terrà dal 3 al 24 ottobre organizzato dall’associazione Vad (Volontari assistenza domiciliare) Madre E. Menni onlus presso l’auditorium Domus Salutis di via Lazzaretto, 3 a Brescia (per le iscrizioni è possibile contattare i seguenti numeri: 030 3709421 - 0303709450 o inviare una e-mail all’indirizzo vad.bs@ancelle.it). Attualmente i volontari che operano in collaborazione con la realtà presieduta da Giovanni Zaninetta – presidente onorario dell’Associazione e direttore del reparto cure palliative – sono una cinquantina e si occupano della presenza, della vicinanza ai malati nell’Hospice come nei reparti di riabilitazione della Domus Salutis.
Un apporto fondamentale viene fornito dai volontari “ai pazienti oncologici – ha evidenziato Zaninetta – ma non solo, anche a domicilio. In passato c’era una certa prevalenza delle cure a domicilio, negli ultimi anni, per una serie di motivi, l’aspetto domiciliare, per quanto riguarda il volontariato, è stato ridimensionato. Questo è avvenuto anche grazie all’affermarsi di cure domiciliari professionali che in una certa misura hanno sostituito i volontari che non fanno mancare comunque fra le mura domestiche dei pazienti una presenza numericamente ricca”.
A chi è rivolto il corso e qual è il profilo dei volontari che attualmente operano con voi?
È rivolto a persone adulte che abbiano attitudini e motivazioni atte a rapportarsi con persone malate, più o meno sofferenti, che preferiscono occuparsi di pazienti gravi – come può avvenire in Hospice e nei casi delle cure palliative domiciliari – di pazienti con prospettive di recupero o, quanto meno di stabilizzazione, nei reparti di riabilitazione della Domus. Quello che è richiesto, lo sottolineo nuovamente, è un’attitudine particolare nel relazionarsi con gli altri e una motivazione che consenta loro di stare vicino a “situazioni” comunque complesse. L’associazione offre una formazione continua e un supporto da parte di operatori competenti per sostenere i volontari nel loro compito. L’impegno non è necessariamente molto esteso nel tempo ma deve essere certamente intenso nella partecipazione ai bisogni dei malati. C’è poi un gruppo di volontari – questo avverrà dopo una selezione, dopo un riconoscimento delle attitudini –che si rende disponibile all’accoglienza nell’Hospice dedicata ai malati e ai familiari, indirizzandoli, poi, nei reparti e negli impegni burocratici del ricovero stesso.
Quanto è importante per un malato l’accompagnamento di un volontario?
La cosa va vista nelle due direzioni sia in termini di vicinanza, di scambio di esperienze, di affetto. Il volontario può offrire un’attenzione, un aiuto, una presenza che spesso colma un vuoto che oggettivamente può trovarsi in molte famiglie perché di sovente il paziente ha il coniuge della stessa età, magari 90 anni... In altri casi ci sono persone sole o persone che non hanno vicino costantemente i propri cari. Questo avviene sia durante il ricovero sia nel domicilio. Il volontario in qualche modo compensa quella mancanza di affetto, di attenzione, di presenza che la famiglia non riesce a dare.