Vaccini? Prima i fragili
Disabili gravi e persone fragili rischiavano di essere i “grandi dimenticati” della campagna vaccinale e i casi, a livello nazionale, non sono mancati. Anche nel Bresciano, nei primi giorni di apertura delle iscrizioni, si sono registrati dei disservizi ma, col passare del tempo, la macchina è entrata a pieno regime, come testimoniano gli operatori di due fra le maggiori realtà che quotidianamente si occupano delle persone più fragili del territorio. Dei 450 utenti di Fobap onlus (Fondazione bresciana assistenza psicodisabili), realtà che conta 15 strutture distribuite tra città e provincia, il 95% ha già potuto essere vaccinato. Se si considera che un centinaio di questi sono minori, quindi esclusi dalla campagna, e circa un 5% non ha aderito, le persone disabili in carico al braccio operativo di Anffas hanno già ricevuto, in larga parte, anche la seconda dose. A questo punto, la partita aperta, dal 16 aprile scorso, è quella dei caregiver, “colui che si prende cura” e si riferisce naturalmente a tutti i familiari che assistono un loro congiunto disabile. “All’inizio – sottolinea Simone Antonioli, direttore tecnico di Fobap – le registrazioni sulla piattaforma di Regione Lombardia sono state problematiche, soprattutto a causa delle liste trasmesse dall’Inps. Alcune persone non venivano riconosciute come disabili gravi. Regione e Ats, attraverso l’interlocuzione con noi e con altre associazioni, sono già intervenute per risolvere il problema. Sembra che tutto funzioni”. Per chi dovesse riscontrare dei problemi è stato attivato un call center (800 894 545). Entro 48 ore sarà possibile prenotare l’appuntamento per la vaccinazione con le modalità già specificate per sé e per i propri caregiver, con la possibilità di indicare un massimo di 3 persone. “Il quadro – continua Antonioli – data la molteplicità della casistica, è complesso, ma da parte di Regione e Ats c’è la massima disponibilità a intervenire”. I disabili gravi, soprattutto quelli non seguiti dai servizi, possono essere vaccinati congiuntamente a tre caregiver. I familiari dei fragili che sono già stati vaccinati possono, dal 16 aprile, procedere alla prenotazione, così come anche i caregiver dei disabili minorenni. Permane il problema di tutti quelli che, pur presentando una disabilità grave, non hanno mai presentato la richiesta per usufruire della Legge 104, comma 3 art 3. “Chi è seguito dai servizi, pur con tutte le difficoltà – prosegue Antonioli – è stato accompagnato in questi mesi. È invece tuttora complicata la situazione per chi vive in famiglia, soprattutto se guardiamo alle persone autistiche”. Sono infatti quest’ultime e i loro familiari ad aver riscontrato i maggiori problemi legati alle restrizioni dell’emergenza sanitaria, dall’inizio della prima ondata sino a oggi. “Parliamo di persone che faticano a comunicare il proprio disagio – spiega – senza dimenticare la loro difficoltà ad accettare gli imprevisti. Pensiamo a quanto siano cambiati i loro rituali che sono parte integrante e fondamentale della loro quotidianità. Anche il rischio di contagio è elevato. Di sovente, infatti, non tollerano la mascherina e, in alcuni casi, faticano a riconoscere i caregiver che indossano i dispositivi di protezione. Anche per questo le famiglie e le associazioni, a partire da Anffas, hanno lottato affinché queste persone avessero la priorità nelle liste vaccinali”.
Le circa 200 persone seguite dal Centro bresciano down sono riuscite quasi tutte a prenotare la vaccinazione sulla piattaforma. “L’iscrizione, per loro, era prevista il 9 aprile, ma all’inizio – sottolinea Valeria Suardi, neuropsichiatra infantile del Cbd − abbiamo riscontrato grosse difficoltà. Dalla scorsa settimana a oggi, invece, tutto sembra essersi risolto. La stessa cosa dicasi per i caregiver”. Il perdurare dell’emergenza sanitaria, intanto, ha bloccato tutti i percorsi d’inclusione. “Abbiamo chiuso il Centro a marzo, aprile e a maggio 2020, riprendendo le attività con l’avvio dell’anno scolastico. Procediamo come la medicina territoriale. I nostri tanti operatori seguono i bimbi che, accompagnati dai genitori, fanno attività di fisioterapia piuttosto che psicomotricità. Siamo riusciti a mantenere le terapie individuali. I progetti di autonomia abitativa per gli adulti, data l’attuale situazione, sono tuttora sospesi”.