Vaccini per una cintura di sicurezza
Dopo l'impennata dei contagi e l'inserimento del Bresciano in zona arancione rinforzato, la Regione annuncia l'intensificazione della campagna vaccinale nei Comuni al confine con la Bergamasca per contenere la diffusione dei virus. Ma nella "macchina" vaccinale qualcosa sembra non funzionare...
Con altri 901 casi di positività rilevati nella giornata di ieri, la provincia di Brescia si conferma come la più esposta in questo momento al rischio contagio da Covid-19. La variante inglese del virus, individuata in quasi il 40% dei nuovi positivi sta lasciando il segno. Serviranno due settimane, ben di più quindi dei sette giorni previsti dall’ordinanza regionale, per valutare l’impatto delle misure da “zona arancione rinforzato” in vigore dalle 18 del 23 febbraio scorso sulla curva dei contagi. In questo clima di preoccupata incertezza l’unica cosa chiara a tutti è che l’unico strumento realmente efficace per sconfiggere il coronavirus. Anche la giunta regionale, con l’assessore al Welfare Letizia Moratti e il responsabile della campagna vaccinale Guido Bertolaso hanno preso atto della situazione e hanno annunciato, a partire da oggi, un’intensificazione nell’inoculazione dei vaccini in 8 Comuni della Provincia, quelli a ridosso della Bergmasca (Palazzolo, Pontoglio, Rudiano, Roccafranca, Urago d’Oglio, Capriolo, Iseo e Paratico). Qui, oltre alla campagna vaccinale degli over 80 dovrebbe prendere il via anche quella della popolazione tra i 60 e i 79 anni. L’uso del condizionale, purtroppo, è d’obbligo perché è diffusa la sensazione, supportata anche da alcuni dati diffusi, che Brescia stia pagando un certo ritardo nei confronti di altri territori, pur presentando una situazione oggettivamente più critica.
“La macchina vaccinale nel Bresciano − afferma Claudio Vito Sileo, direttore dell’Ats Brescia che nella campagna ha un ruolo di regia complessiva − comunque, è sostanzialmente partita, e le diverse Asst, che si devono occupare della gestione stanno assolvendo ai compiti loro assegnati”.
Dove sta allora, se c’è, la criticità? “La criticità principale, ma questa è cosa ben risaputa − continua ancora Sileo − è data dalla difficoltà nell’approvvigionamento delle dosi di vaccino da inoculare. Non sempre la quantità di dosi che viene destinata a Brescia settimana per settimana corrisponde a quella che poi viene effettivamente consegnata. A volte vengono comunicate riduzioni non previste, ma che sono la diretta conseguenza di scelte operate dalle aziende produttrici. A volte capita poi che ci siano variazioni anche nel programma delle consegne, con quantitativi di vaccini annunciati per un certo giorno e che, invece, arrivano in ritardo”. Facile immaginare che tutti questi contrattempi non possano che limitare il regolare andamento della campagna vaccinale, come sembrerebbero confermare i dati pubblicati da alcuni quotidiani nei giorni scorsi.
Pur in questa situazione anche la campagna di vaccinazione degli over 80 ha preso avvio nel Bresciano. “Già il 18 febbraio, con una giornata appositamente dedicata, è partita questa campagna nei siti vaccinali cittadini di via Morelli (appositamente adeguato) e al Civile. Nello stesso giorno ha iniziato la sua attività l’hub dedicato di Manerbio (Asst del Garda) dove i vaccini sono stati inoculati anche di domenica. Nei giorni scorsi è partita l’attività vaccinale anche nei centri attivati dall’Asst Franciacorta a Chiari e Iseo, e per quel che riguarda l’Asst Spedali Civili, al centro di Roncadelle di Sarezzo, e a Gavardo per l’Asst del Garda. Sono andate aumentando le sedi per potenziare la campagna che dalla prossima settimana dovrebbe essere a pieno regime”.
La vaccinazione dei “grandi vecchi” nelle strutture individuate dalle Asst di concerto con i Comuni del territorio (tutti spazi extra extraospedalieri in modo da non arrecare ulteriore peso ai nosocomi già alle prese con gli effetti dell’aumento dei contagi) permetterà di testare il sistema messo a punto in vista della campagna vaccinale di massa, che, a questo punto, tutti auspicano possa partire il prima possibile. “L’organizzazione di base resterà sostanzialmente la stessa − conferma il direttore generale dell’Ats di Brescia –, anche se, ovviamente, dovrà essere potenziata magari ottimizzando, adeguandola al maggior numero di persone da vaccinare, le strutture che già oggi stanno lavorando per inoculare il vaccino a determinate categorie”. Si colloca in questa prospettiva, come ha annunciato Sileo, l’apertura nella periferia est di Brescia un grandissimo hub nelle immediate vicinanze della stazione del metrobus di S. Eufemia e dotato di un grande parcheggio gratuito. “Sarà una struttura − ricorda il direttore di Ats − individuata grazie alla collaborazione tra Asst Spedali Civili e il Comune di Brescia, che consentirà di gestire al meglio il grande afflusso di persone da vaccinare.
Proprio una collaborazione sempre più stretta tra autorità sanitarie e sindaci sembra essere la via più efficace per permettere alla macchina vaccinale, che pure nel Bresciano qualche colpo l’ha perso, di partire al meglio per produrre in un tempo che sia il più breve possibile gli effetti sperati, perché le 60mila dosi a oggi inoculate, non sono evidentemente sufficienti per fare fronte a una situazione che è sempre più grave, tanto che anche Bertolaso, chiamato dal neo assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, a gestire la campagna vaccinale in Lombardia, ha prospettato per il Bresciano un piano vaccinale “di guerra”.