Unibs e Sviluppo sostenibile
Sviluppo Sostenibile: continuano i seminari.Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. Appuntamento oggi alle 17.30, al Ridotto del Teatro Grande. In dialogo il prof. Francesco Castelli, Delegato del Rettore alla cooperazione allo sviluppo e il dott. Mario Raviglione, Direttore Programma Globale sulla Tubercolosi - Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra
Terzo appuntamento con il ciclo di seminari dell’Università degli Studi di Brescia sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, l’iniziativa organizzata per la cittadinanza e la comunità universitaria, con l’intento di esaminare ogni singolo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile della nuova agenda mondiale. L’incontro di oggi, venerdì 27 ottobre, alle 17.30, al Ridotto del Teatro Grande, sarà dedicato all’approfondimento dell’obiettivo numero 3 dell’Agenda Onu 2030: “Salute e Benessere”.
Grandi progressi sono stati raggiunti sul fronte dell’aumento dell’aspettativa di vita e della riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna, così come nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Molti altri sforzi, però, devono ancora essere compiuti in considerazione del peso sempre più crescente rivestito dalle malattie non-trasmissibili, la salute riproduttiva, l'abuso di sostanze, gli incidenti della strada e le patologie da inquinamento. L’altra sfida riguarda, poi, il raggiungimento di una copertura sanitaria universale, ancora oggi disponibile per meno della metà degli abitanti del Pianeta.
Introduce l’incontro il Rettore, prof. Maurizio Tira. Intervengono il prof. Francesco Castelli, Delegato del Rettore alla cooperazione allo sviluppo e titolare della Cattedra UNESCO per la Formazione e il rinforzo delle risorse umane per lo sviluppo sanitario nei Paesi a risorse limitate e il dott. Mario Raviglione, Direttore del Programma Globale sulla Tubercolosi - Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra.
«Le sfide sanitarie del pianeta – dichiara il prof. Castelli – vanno rapidamente modificandosi, come conseguenza soprattutto dell'esplosione demografica (prevalente nei Paesi a risorse limitate), e dell'incremento dell’aspettativa di vita, che interessa sia il Nord che il Sud del Mondo in misura differente. Alle classiche malattie infettive, che mantengono intatto il loro potenziale letale soprattutto, ma non solo, nelle aree povere del pianeta, si aggiunge il carico di disabilità e di mortalità conseguente alle malattie cronico-degenerative, neoplastiche e cardiovascolari correlate all'invecchiamento, all'inquinamento e all'adozione di scorretti stili di vita ed alimentari che coinvolgono oggi l’intera popolazione mondiale».
«A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso – spiega il dott. Raviglione – abbiamo assistito ad un progresso indiscutibile nel campo della salute. Uscito dal periodo coloniale, il “nord del mondo” aveva assunto una posizione di solidarietà verso i paesi più poveri creando meccanismi di cooperazione internazionale per assistere chi ne aveva bisogno con finanziamenti e sostegno tecnico. Questo atteggiamento è proseguito in questo inizio di millennio con la fondazione di agenzie o strutture finanziarie a scopo anche umanitario. Queste nuove entità hanno stanziato enormi quantità di fondi per lottare contro i tre grandi killer - HIV/AIDS, tubercolosi e malaria -, per promuovere le vaccinazioni di importanza vitale su larga scala, e per ridurre la mortalità dei bambini e delle donne in età materna. Ma non basta, poichè i poveri continuano a soffrire in modo sproporzionato e inequo rispetto alle fasce di popolazione più agiate. È giunto il momento di espandere gli sforzi per garantire a tutti accesso alle cure e alla prevenzione. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile rappresentano un’opportunità senza precedenti per risolvere le inequità esistenti in tutti i paesi, compresa l’Italia».
Il millennio si è aperto quindi con la consapevolezza di nuove sfide nel campo della salute che riguardano non solo la necessità di espandere gli sforzi precedenti in tematiche ben delineate «ma anche l’importanza – continua il dott. Raviglione – di un approccio ampio che includa tutte le malattie o le condizioni che causano sofferenza e morte, sottolineando l’essenzilaità della copertura sanitaria universale e dei meccanismi di protezione sociale che ogni governo dovrebbe considerare come un dirittto inalienabile per tutti».