Una piazza virtuale per i detenuti
Una vera e propria piazza, seppur virtuale, dove si potranno “incontrare” persone private della libertà, per condividere pensieri, esperienze, paure, speranze
Una vera e propria piazza, seppur virtuale, dove si potranno “incontrare” persone private della libertà, per condividere pensieri, esperienze, paure, speranze. In questi giorni di emergenza sanitaria che fino a pochi mesi fa non avremmo mai immaginato di dover vivere, siamo tutti forzatamente costretti a una forma di detenzione domiciliare che molto ha in comune con quella sperimentata quotidianamente da coloro che si trovano in carcere (sebbene le ragioni della privazione della libertà siano diverse, le dinamiche di tipo psicologico che ne derivano non lo sono poi così tanto…).
“L’idea è nata dal desiderio di non lasciare da soli i detenuti delle nostre carceri bresciane in un momento delicato come quello che stiamo vivendo” ha spiegato Luisa Ravagnani (nella foto), garante dei diritti delle persone private della libertà personale. “Prima dell’avvio di quest’emergenza, infatti, all’interno delle nostre carceri si svolgevano incontri di condivisione e si riuniva la redazione del periodico “Zona 508”, occasioni, queste di crescita personale, riflessione e svago. Insieme ai volontari dell’Associazione Act abbiamo quindi pensato di creare una piccola piazza virtuale, la “piazza della libertà”; per accedere a questa piazza, basterà inviare uno scritto, un disegno, una poesia, un testo di canzone all’indirizzo p4hr@act-bs.it o all’indirizzo z508@act-bs.it. Il contributo potrà anche essere anonimo e sarà indirizzato genericamente ai detenuti. Io, in quanto garante e i volontari faremo da tramite per permettere la realizzazione degli incontri virtuali, stampando quanto ci arriverà e apponendolo in alcune apposite bacheche poste all’interno delle carceri. Per inviare il proprio contributo, non ci sarà un termine: l’esperimento, potrebbe trasformarsi anche in una nuova e permanente occasione d’incontro. Quanto verrà prodotto in questo periodo d’emergenza, invece, vorremmo raccoglierlo all’interno di un libro-diario che ci aiuterà a tenere memoria di questo tempo i cui segni resteranno indelebili nel cuore e nelle vite di tutti noi” ha concluso.