Una mostra per Napoleone e Dante
Inaugurata oggi negli spazi dell'Ateneo di via Tosio l'esposizione che documenta l'interesse per i due personaggi che ebbe l'ambiente culturale cittadino del primo '800
Il 5 maggio 1821 moriva, esule a Sant'Elena sperduta isola dell'Oceano Atlantico, Napoleone. La sua fine destò una vasta eco negli ambienti politici e culturali del tempo. Il ricordo della sua esistenza terrena veniva fissata da Alessandro Manzoni con la poesia dedicata all'uomo che resse le sorti di un’intera epoca e di un intero continente. Facile immaginare che anche a Brescia la notizia della morte di Napoleone abbia suscitato più di una reazione, soprattutto negli ambienti culturali del tempo che si riconoscevano nel cenacolo creato dal nobile Paolo Tosio nel suo palazzo (oggi sede dell'Ateneo). Per il circolo culturale, il "piccolo corso" era già un eroe in vita, rappresentando la grande idea a cui ispirarsi per la costruzione di una nuova nazione. Per questo la figura di Napoleone era stata oggetto di una notevole produzione artistica che arricchiva le collezioni dei nobili bresciani. Onore analogo era toccato a Dante, celebrato come il "ghibellin fuggiasco", l'inventore della lingua italiana considerata la precondizione per la realizzazione di un'Italia unita.
Brescia ricorda i due eroi, di cui in questo 2021 ricorrono i 200 e i 700 dalla morte, con una mostra, una delle prime a essere viene inaugurata dalla riapertura dei musei del 26 aprile scorrso, nata dalla collaborazione tra l'Ateneo e la Fondazione Brescia Musei che, viene inuagurata oggi. L'esposizione "Dante e Napoleone. Miti fondativi nella cultura bresciana di primi Ottocento” è curata da Roberta D’Adda e Sergio Onger,. Si tratta di un progetto che indaga valori, ideali e sentimenti che si addensarono intorno ai due personaggi, descrive
un’epoca, i suoi protagonisti, il collezionismo, le tendenze, all’insegna di un comune denominatore: l’Europa. Il culto per queste due figure e per gli ideali che esse incarnano trova diverse testimonianze nelle collezioni italiane ed europee che si vennero costituendo in particolare nell’Ottocento; in questo caso a Brescia, grazie a Paolo Tosio (1775 – 1842). Il nobiluomo raccolse nel suo palazzo, progettato da Rodolfo Vantini (prima sede della Pinacoteca cittadina a lui cotitolata, trasferita dal 1904 a Palazzo Martinengo e ora sede dell’Ateneo) un’importante collezione d’arte con capolavori di Raffaello, Lotto e Moretto, pittura fiamminga e nord europea, oltre a commissionare opere neoclassiche e romantiche, così come alcune decorazioni parietali, intorno al mito di Dante e Napoleone.
La mostra arricchisce e sottolinea la funzione didascalica già immaginata da Tosio per la sua abitazione, funzione certamente condivisa con i componenti del suo illustre cenacolo: quella di assegnare alla propria dimora una funzione civile, costruendo un proprio personale pantheon, selezionando e coltivando l’immaginario simbolico di cui dovevano nutrirsi i contemporanei. Le opere selezionate per l’esposizione, documentano l’interesse largamente diffuso per queste due figure: Alighieri in quanto riferimento delle aspirazioni civili e identitarie della nazione, della quale il poeta era considerato l’unificatore dal punto di vista linguistico; Bonaparte in quanto percepito come colui che, grazie alla costituzione della Repubblica prima e del Regno italico poi, aveva avviato un processo di formazione della coscienza nazionale che diede vita al Risorgimento e all’unificazione della Penisola.
La mostra “Dante e Napoleone”, che si chiuderà il 15 dicembre, giorno in cui nel 1840 vennero celebrati solennemente al rientro della salma in patria, sarà visitabile sino al 15 dicembre prossimo, previa prenotazione gratuita sul sito dell’Ateneo (www.ateneo.brescia.it). A corollario della mostra è stato programmato anche un ciclo di conferenze e di attività didattiche dedicate all’approfondimento di temi specifici collegarati all’evento .