Una lettera sconosciuta
In occasione del trentacinquesimo anno dalla scomparsa di mons. Ugo Baccaglioni, don Piero Bonetta lo ricorda tramite una sua lettera indirizzata a mons. Pietro Gazzoli
Don Piero Bonetta ricorda mons. Ugo Baccaglioni, sacerdote della Comunità di Bagnolo Mella dal 1957, scomparso nel 1984.
Dopo la prima stesura nel 2004 di un libretto intitolato “Storie intrecciate”, don Bonetta ha deciso di mettere per iscritto alcune testimonianze venute alla luce in seguito. In particolare, si concentra su una lettera di mons. Ugo indirizzata a sua Eccellenza mons. Pietro Gazzoli, vescovo ausiliare e vicario generale della Diocesi di Brescia fino al 1983.
Il testo fa riferimento alle gravi condizioni di salute di don Ugo e all’invito da parte del vescovo Pietro di rivolgersi al venerabile Mosè Tovini per chiedere la grazia della guarigione. Don Bonetta analizza alcuni dei punti dell’epistola di don Ugo a partire dalle prime righe, in cui ringrazia di cuore chi in quel momento si preoccupava delle sue condizioni di salute. Le parole che lo sconvolgono maggiormente però sono “con quale coraggio chiedo questo a un santo che mi ha dato l’esempio di ben altro comportamento?”.
Qual è quella persona che, trovandosi in drammatiche condizioni di salute, piuttosto di chiedere l’intercessione per la propria guarigione si mette a leggere la vita del santo a cui vuole rivolgersi? Per il bene della Chiesa e dei peccatori, attratto dall’esempio di Mosè Tovini, mons. Ugo mette la sua sofferenza nelle mani di Dio.
Solo a conclusione della lettera chiederà la grazia non chiedendo il miracolo della guarigione, bensì di poter portare dignitosamente la croce della malattia e dei suoi dolori. Secondo don Bonetta, questo esprime la volontà di imitare lo stesso Gesù Cristo crocifisso.
L’autore afferma in conclusione che, anche se non verrà canonizzato, mons. Baccaglioni rappresenta per lui un volto della santità.
