Un robot per un doppio intervento
Una nuova pratica clinica che rivoluziona completamente le frontiere della cura ha già trovato concreta realizzazione in Fondazione Poliambulanza di Brescia
Un’unica seduta per sottoporre il paziente a duplice intervento su organi diversi, con enormi benefici in termini di sicurezza e salute. Non si tratta di fantascienza ma di una pratica clinica che ha già trovato concreta realizzazione in Fondazione Poliambulanza di Brescia. Una novità dalle enormi implicazioni, che rivoluziona completamente le frontiere della cura. Il paziente, infatti, non è più costretto ad aspettare un tempo di circa due-tre mesi tra un intervento e l’altro con il rischio di un aggravamento della patologia da trattare in seconda istanza, non deve subire doppia anestesia e affrontare due volte i postumi operatori.
Lo testimoniano i primi due casi di doppio intervento, eseguiti a distanza di pochi giorni nell’ospedale bresciano, ad opera congiunta delle equipe chirurgiche di chirurgia generale e di urologia, guidate dal prof. Mohammad Abu Hilal, direttore del dipartimento di chirurgia generale e responsabile dell’Unità Epatobiliopancreatica, Robotica e Mininvasiva di Fondazione Poliambulanza, e dal dr. Angelo Peroni, responsabile chirurgia robotica della U.O. di Urologia diretta dal dr. M. Tosana.
“Il primo paziente che abbiamo operato, di sesso maschile e 65 anni di età – ha spiegato il prof. Abu Hilal –, presentava tumore al pancreas e alla prostata. Nell’arco di un’unica seduta, siamo intervenuti con tecnica robotica mininvasiva, per rimuovere le masse tumorali da entrambi gli organi. Il secondo doppio intervento ha riguardato un paziente di sesso femminile di 48 anni di età, colpito da calcoli alla colecisti e tumore ad elevata complessità al rene destro. Anche in questo caso abbiamo operato con tecnica robotica mininvasiva, con un unico accesso chirurgico, per rimuovere la colecisti e resecare il tumore renale preservando il rene. Entrambi i pazienti sottoposti a doppio intervento sono stati dimessi dopo 3 giorni. L’esecuzione di doppia chirurgia ha eliminato, per i pazienti, la necessità di sottoporsi a due anestesie generali e, nel caso di patologie maligne, ha ridotto la possibilità che le patologie evolvessero. Un rischio che, invece, si corre maggiormente quando gli interventi vengono eseguiti in momenti distinti, a causa del necessario tempo di attesa che deve intercorrere tra le due operazioni”.
Ma come è stato possibile rivoluzionare la consueta pratica chirurgica in Fondazione Poliambulanza?
“Il merito – ha spiegato ancora Abu Hilal – è dell’approccio multidisciplinare e integrato che adottiamo nella cura del paziente e della tecnologia all’ultima avanguardia di cui l’ospedale bresciano si è dotato, con l’acquisizione del Da Vinci Xi, robot top al mondo per gli interventi mininvasivi”. Il dispositivo offre al chirurgo una visione tridimensionale e avvolgente e raggiunge livelli di altissima precisione, mentre i quattro bracci di cui è dotato – e che lo distinguono dai modelli precedenti – mettono il chirurgo nelle condizioni di operare in maggiore autonomia e minor tempo, poiché tutti gli strumenti sono pronti all’uso, senza dover andare incontro a sostituzioni, in caso di necessità. In più gli snodi terminali dei bracci robotici consentono manovre più facili e precise”.
“Ritengo che, in chirurgia, la centralità della persona e del paziente trovi la sua massima espressione in un trattamento personalizzato, di precisione e di preservazione dell’organo. Tutto ciò, soprattutto in chirurgia collaborativa, è attuabile grazie alla meticolosa pianificazione multidisciplinare da parte di un esperto team chirurgico, anestesiologico e infermieristico. La difficoltà di una chirurgia simultanea di due organi sta nella loro localizzazione in sedi addominali diverse, ad esempio l’addome superiore o inferiore. La versatilità del sistema robotico Da Vinci di ultima generazione, una sala operatoria dotata di tutte le tecnologie necessarie, ci ha consentito di operare i pazienti in un’unica posizione e con lo stesso accesso chirurgico offrendo al paziente il miglior risultato con la minima invasività” – afferma il dr. Peroni.
“Tale approccio - ha concluso Michelangelo Tosana - è solo uno dei molteplici vantaggi resi possibili dalla sintesi ottimale di professionalità diverse, che trova espressione in Poliambulanza. Da ricordare, a beneficio del paziente, tempi chirurgici corretti e un decorso post-operatorio favorevole”.
Dall’acquisizione del robot, nel settembre 2020, ad oggi Poliambulanza ha effettuato più di 100 interventi, un vero record se si tiene conto dei molteplici limiti, imposti dalla pandemia. Un numero destinato a crescere proprio grazie al fatto che il doppio intervento si appresta, in questi casi, a diventare di routine.