Un ponte di pace tra Brescia e Betlemme
Ultime ore nella città palestinese per la delegazione bresciana guidata dal vescovo Tremolada e dal sindaco Del Bono nell'ambito del gemellaggio che la lega a Brescia dal 2007. Tantissimi gli incontri vissuti in questi giorni, tra momenti ufficiali e altri, più intimi, destinati alla riflessione e alla preghiera
È ancora in svolgimento la visita a Betlemme della delegazione bresciana, organizzata da Brevivet e guidata dal sindaco Del Bono e dal vescovo Tremolada (nella foto durante l’incontro con mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme). L’incontro con la città legata a Brescia da un gemellaggio sottoscritto nel 2007 sui sta rivelando per i membri della delegazione qualcosa di molto più profondo di una semplice visita di cortesia. È un ulteriore tappa di un cammino che formalmente ha preso avvio 12 anni fa con la visita a Brescia di padre Ibrahim Faltas, conosciuto in tutto il mondo per avere vissuto in prima persona l’assedio della basilica della Natività dal 2 aprile al 10 maggio 2002 e per essere stato protagonista nelle trattative per trovare un accordo con i 240 militanti palestinesi che si erano rifugiati nella basilica. Straordinario uomo di pace in un territorio dilaniato da contrasti e da odi altrettanto radicati, con la sua testimonianza gettò il seme di quel gemellaggio, poi sottoscritto con la municiplaità di Betlemme, all’insegna della pace come unico strumento di dialogo tra i popoli.
Quel seme, come è stato più volte anche ricordato nei primi giorni della visita bresciana a Betlemme, cadeva, però, su un terreno reso particolarmente fertile dalla testimonianza di un altro bresciano illustre come Paolo VI. Papa Montini, infatti, fu il primo pontefice a visitare la Terra Santa. Nella festa dell’Epifania del 1964 visitò Betlemme e da lì rivolse un monito e una preghiera a tutto il mondo perché la pace fosse cercata con ostinazione, perseveranza e con gesti concreti.
Molti di quei gesti si sono concretizzati in opere profetiche come l’università di Betlemme e la scuola Effeta, che nella cittadina della natività si occupa dell’educazione e della rabilitazione audiofonetica dei bambini sordi, realtà espressamente volute da Paolo VI, realtà che in questi giorni la delegazione bresciana ha avuto modo di incontrare, confermando che i valori che nel 2007 portarono alla sottoscrizione del gemellaggio con Betlemme sono universali, patrimonio largamente condiviso. Non è un caso, infatti che con il sindaco (e altri rappresentanti dell’amministrazione comunale), e il Vescovo stiano vivendo questo viaggio denso di significati che vanno al di là di quelli puramente religiosi, rappresentanti del mondo produttivo come Pasini (Aib) e Massetti (Confartigianato), di quello universitario come Taccolini (Università Cattolica) e Tira (Università statale) e di quello associativo come Milesi (Acli), a dire che la pace, la convivenza tra popoli sono nel dna di Brescia