Un Museo del Risorgimento tutto nuovo
Presentato il progetto del recupero di una parte importante del castello. I lavori, al via a marzo, si concluderanno entro la fine del 2022, con una spesa di 1,4 milioni di euro. Nuovo anche il nome: si chiamerà Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia
Entro la fine di questo 2022 appena iniziato, dopo un lungo periodo di chiusura, il Museo del Risorgimento di Brescia verrà riaperto al pubblico con il nome di Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, completamente trasformato da un progetto di recupero e valorizzazione dell’involucro edilizio del Grande e Piccolo Miglio e degli allestimenti interni.
L’intervento, del valore economico complessivo di 1.400.000 euro, avrà una durata di circa 10 mesi, da marzo a dicembre 2022, e sarà suddiviso in tre lotti.
Il primo, di riqualificazione, sarà dedicato al rifacimento della copertura del Grande Miglio con caratteristiche statiche e sismiche migliorative, alla manutenzione della copertura del Piccolo Miglio e al restauro delle facciate esterne e dei portoni storici esistenti.
Il secondo lotto, in collaborazione con A2A e dedicato al rinnovamento tecnologico, si focalizzerà sulla realizzazione di una nuova centrale termica e di una frigorifera e sull’installazione di sistemi moderni di riscaldamento e di raffrescamento, di illuminazione e ambientazione e di sistemi interni di monitoraggio degli impianti per il controllo della qualità dell’aria.
Infine il terzo lotto, di riqualificazione degli interni e delle finiture, riguarderà il nuovo ingresso dalla Fossa Viscontea, la nuova pavimentazione flottante nella sala del Grande Miglio, il rifacimento dei serramenti, il restauro degli intonaci interni, il miglioramento dell’accessibilità e il superamento delle barriere architettoniche e, non da ultimo, l’adeguamento degli spazi e dei servizi per una più moderna offerta museale.
Da marzo a giugno verranno espletate le gare di affidamento, da giugno a metà ottobre si acquisiranno gli arredi e gli allestimenti, da metà ottobre a novembre saranno collocate le installazioni, entro la metà di dicembre saranno messi a punto gli impianti tecnologici e infine saranno posizionati i reperti e le opere d'arte.
Allestito nel 1959 e smantellato nel 2005, il nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia si presenterà completamente rifondato alla luce di un nuovo progetto museologico autonomo e organico.
Accoglierà un centinaio di reperti circa, selezionati per il loro valore artistico (dipinti e sculture) o per il valore documentale (bandiere, uniformi, medaglie, oggetti d’uso, armi, cimeli e memorabilia). Sarà caratterizzato da un approccio fortemente narrativo, orientato alla comprensione degli avvenimenti storici e da un impianto dinamico e multimediale. Non, quindi, un museo statico, ma sempre aggiornabile grazie alla grande quantità di contenuti digitali che permetteranno di mostrare documenti, fotografie, stampe e disegni che altrimenti non potrebbero essere presentati al pubblico, per ragioni di conservazione e di spazio.
Faranno parte dell’esposizione alcuni capolavori delle collezioni bresciane come "Pia dei Tolomei" di Eliseo Sala, "Episodi delle X Giornate" di Faustino Joli, "Gli zuavi sugli spalti di Brescia" di Angelo Inganni, "Garibaldi e Anita morente" di Pietro Bouvier, "Busto di Giuseppe Zanardelli" di Ettore Ximenes e gli "Emigranti" di Domenico Ghioni.
In aggiunta, Fondazione Brescia Musei sta per acquisire, da una collezione privata, la monumentale opera raffigurante la Battaglia di Solferino, di Jean-Adolphe Beaucé, che sarà collocata nel museo.
Il nuovo allestimento permetterà di valorizzare maggiormente lo spazio architettonico: il progetto infatti prevede la permeabilità visiva di tutti gli spazi, nel rispetto delle tre navate definite dalle arcate a sesto acuto del piano terra del Grande Miglio.
Il Museo del Risorgimento sarà un museo avvolgente, in cui le opere d’arte saranno come quinte scenografiche di un teatro. Le grandi pitture ottocentesche prenderanno vita grazie ai contenuti multimediali attivati dall’interazione del visitatore. In questo senso sarà anche un museo dell’Ottocento bresciano, periodo storico coperto solo in parte dalla collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo: un compendio alla grande narrazione enciclopedica del patrimonio civico che, dal Museo di Santa Giulia e dalla Pinacoteca Tosio Martinengo, raggiungerà il Castello.
Verrà dato risalto a una narrazione per competenze, con grande attenzione verso le nuove frontiere della ricerca storica. Sarà anche un hub da cui esplorare la città: una serie di percorsi sarà infatti fruibile grazie una App che consentirà di approfondire itinerari e monumenti al di fuori del percorso espositivo. Sarà un museo antiretorico, con continui rimandi al tempo presente.
Il gruppo di lavoro, coordinato da Roberta D’Adda e diretto da Stefano Karadjov, è composto da Luciano Faverzani, Giulia Paletti, Enrico Valseriati, con la collaborazione di Chiara De Ambrogio e Gigliola Gorio. Per l’elaborazione del progetto preliminare e definitivo è stato coinvolto lo studio di design multidisciplinare Limiteazero che ne ha progettato anche l’identità visiva, la quale unisce gli elementi tipografici alle linee dell’architettura dell'edificio e prevede una scelta di pantoni derivati dalle opere esposte.