Un dottorato per la ricerca sul Covid
I pazienti che hanno dovuto ricorrere alla terapia intensiva a causa del Covid-19 hanno bisogno di un percorso di valutazione del danno neuromuscolare e dell’affaticamento. Per questo motivo è stato istituito, presso gli Spedali Civili, grazie al contributo di 30mila euro da parte del Rotary Club Brescia Nord, un dottorato in Scienze Biomediche e Medicina Traslazionale, a favore della ricerca sulla Sindrome Post-Terapia Intensiva da Covid-19. Assegnatario della borsa è il dr. Marco Benedini.
Il progetto di dottorato sarà parte integrante delle tematiche di studio del Centro di Ricerca Universitario Alessandra Bono frutto della collaborazione tra Università degli Studi di Brescia e Asst Spedali Civili e dedicato al follow-up dei malati dimessi dopo un lungo periodo di ricovero in terapia intensiva per Covid-19 e altre patologie acute.
Il sistema neuromuscolare è spesso compromesso e i malati lamentano debolezza muscolare, facile affaticabilità e altri disturbi che permangono per mesi o anni dopo le dimissioni dalla terapia intensiva con un effetto devastante sulla qualità di vita. “Il ricovero in terapia intensiva - spiega il prof. Nicola Latronico, Ordinario di Anestesiologia dell’Università - è un evento traumatico, non solo per il paziente, ma anche per la famiglia sia nella fase acuta di malattia che dopo la dimissione. Per questa ragione è importante identificare i soggetti a rischio e predisporre tutte le misure idonee a ridurre rischi e complicanze gravi e a lungo termine. Le cause di tali complicanze sono spesso sconosciute e non sono disponibili trattamenti specifici per la loro prevenzione o la cura”.
La necessità della ricerca nel settore rappresenta quindi una priorità assoluta. “Il nostro Rotary Club – afferma il presidente Roberto Zani - ha deciso, nel 50° anniversario di fondazione, di investire su un dottorato per un giovane ricercatore. Crediamo nella ricerca e nei giovani, li consideriamo come gli strumenti più efficaci per consentirci di affrontare, adeguatamente, le sfide che ci attendono, in parte già conosciute ed a volte, purtroppo, ancora ignote”.