Tutto sulla Tav tra Brescia e Mazzano
Su iniziativa di Palazzo Loggia è stato presentato ieri il progetto per il quadruplicamento della linea in ingresso-uscita est della città, una tratta di 10 km. I lavori al via nel 2023
Partiranno nel 2023 e dovrebbero concludersi nel 2029 i lavori per realizzare l’uscita dell’Alta velocità da Brescia verso Verona. Su tratta di una nuova linea a doppio binario che sarà sviluppata in stretto affiancamento alla linea storica Milano-Venezia. Il tracciato attraverserà il Comune di Brescia per circa 6 chilometri, quello di Rezzato (circa 3,5 chilometri) per nel territorio di Mazzano, dove la linea ferroviaria si collegherà con il Lotto Funzionale “Brescia Est-Verona”, attualmente in corso di realizzazione. Il progetto, su iniziativa del Comune di Brescia è stato presentato ieri da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Italferr (Gruppo FS Italiane) e il Comune di Brescia.
Per ridurre quanto più possibile l’impatto sul territorio il nuovo tracciato verrà realizzato nel corridoio attualmente dedicato alla linea già esistente. . La realizzazione dell’intervento, come è stato ricordato in sede di presentazione, vedrà l’utilizzo di soluzioni tecnologiche sostenibili, come la mitigazione visiva dell’infrastruttura con l’utilizzo di alberi e verde, e la riduzione degli impatti delle nuove opere sul contesto urbano e naturale, con l’inserimento di barriere acustiche trasparenti. L’opera, poi, permetterà di ristrutturare e valorizzare i luoghi attraversati grazie a nuovi spazi pubblici di ricucitura come percorsi ciclopedonali, aree verdi attrezzate, orti urbani e passaggi faunistici.
L’attivazione del quadruplicamento nell’ambito del nodo di Brescia completerà così un ulteriore tassello del sistema ferroviario italiano, riducendo le interferenze tra i diversi flussi di trasporto, rendendo più fluida la circolazione e aumentando la capacità di traffico nel nodo ferroviario, con benefici sulla regolarità e sulla
Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha già depositato il progetto preliminare redatto da Italferr: un tracciato di 10 km, per un costo di 555 milioni di euro. Per ora è partita la Valutazione d’impatto ambientale al ministero dell’Ambiente, mentre per il mese di settembre è prevista la conferenza dei servizi al ministero dei Trasporti.
L’opera, pensata in ottica di green-way, porterà con se, come già ricordato orti urbani, 5,7 km di piste ciclabili (più 4 riqualificati), 5 nuovi sottopassi ciclopedonali e 6 riqualificati 6, nuove piantumazioni. Saranno rifatti il viadotto Kolbe e del ponte di via Serenissima. La realizzazione del tratto bresciano della tratta chiede, però, anche una serie di espropri e di demolizioni. Si tratta, è stato spiegato nel corso della presentazione, di 9 edifici residenziali, di cui 4 di proprietà di RFI e 5 palazzine di privati, più 13 immobili per attività produttive". Nel progetto presentato per la “Via“, si parla, per tutto il tracciato, di 8 edifici residenziali da demolire, 22 non residenziali, per 168.854 mq da espropriare e 620 mq da occupare temporaneamente.
Lo studio di Rfi assicura che il cantiere determinerà un 3% di incremento del traffico, mentre a fine intervento il valore immobiliare aumenterà dell’11-13% per il residenziale, 22-29% per commercio ed uffici