Trasporto pubblico locale: l'aumento dei biglietti
La decisione, non più rinnovabile nonostante l'impegno degli enti locali coinvolti, è stata assunta ieri nel corso della Conferenza Locale del Trasporto Pubblico
Si è tenuta ieri la Conferenza Locale del Trasporto Pubblico, momento di confronto tra l’Agenzia del trasporto locale di Brescia e i “Portatori di interessi diffusi” dedicata all’adeguamento delle tariffe sia nell’ambito urbano che extraurbano, per il periodo 2023-2024, dopo che gli stessi, a differenza di altre città e province italiane, sono rimasti invariati per volontà dei Soci (Provincia, Comune di Brescia e 204 comuni, quest’ultimi senza responsabilità economica) da 5 anni nel caso dei servizi extraurbani e da ben 9 anni nel caso dei servizi di Area Urbana.
Il tutto in un quadro operativo definito dal Regolamento regionale, modificato nel 2022 con una deroga ai vincoli di uniformità di adeguamento percentuale a tutti i titoli che consente maggiore libertà nel differenziare le tariffe (es. tra biglietti di corsa semplice e tra abbonamenti).
Tutti questi anni senza aumenti dei biglietti, sono stati resi possibili grazie al supporto massiccio del Comune di Brescia (nel 2022 mise di tasca propria 1,3 milioni di euro per evitare gli aumenti, oltre agli 8,5 milioni per la gestione del servizio di città e hinterland) e della Provincia che hanno così provveduto a compensare con risorse proprie il differenziale di ricavi dovuti ai Gestori in conseguenza al blocco dei prezzi a favore degli utenti.
In questo quadro va sottolineato che i proventi della bigliettazione contribuiscono ai ricavi dei gestori (per circa il 40%) e non transitano dall’Agenzia che invece sostiene i costi dei servizi (per l’equivalente di circa il 60%) grazie alle risorse del Fondo Nazionale Trasporti, Regione, Comune e Provincia.
All’aumento dei titoli di titoli di viaggio, pertanto, non è strettamente legato il miglioramento della qualità del servizio che potrà essere mantenuto solamente in presenza di maggiori risorse generali: infatti, per effetto dell’inflazione pagheremo di più i chilometri percorsi dai mezzi (negli ultimi 2 anni l’Agenzia ha perso indicativamente l’11% del potere di acquisto).
La Conferenza è stata così chiamata ad affrontare il tema tariffario, nell’ambito di una riflessione più ampia, che riguarda gli adeguamenti ordinari delle tariffe (modalità applicative, scelta degli indicatori e dei valori obbiettivo), la componente degli introiti tariffari nell’equilibrio di bilancio e un disegno prospettico di politica tariffaria.
L’Agenzia Tpl deve garantire l’equilibrio di bilancio e la ripresa dell’inflazione non viene compensata da un incremento di risorse, al contempo lo sforzo dei Soci è già al massimo.
La revisione tariffaria ipotizzata è stata calcolata in coerenza con le previsioni della Delibera Regionale (611/10.07.2023) che ha stabilito il valore di adeguamento base da applicare all’algoritmo di calcolo a cui si «dovrebbero» attenere le Agenzie lombarde per l’anno 2023/24.
Non essendo, poi, stato applicato l'aumento tariffario negli anni precedenti (2021 e 2022 per gli urbani e 2019, 2020, 2021 e 2022 per l’extraurbano), la percentuale da attribuire ai vari affidamenti a partire dal 1° settembre 2023 dovrà includere l'effetto trascinamento dei periodi precedenti sopradescritti.
Tutto questo, per gli utenti comporterà un aumento del 14,55% per l'area urbana (6,37%-2022 e 7,69%-2023); del 7,68% per i prezzi del biglietto per i servizi extraurbani inerenti i Lotti 1 e 2 (3,70%-2022 e 3,85%-2023); del 7,14% per i servizi extraurbani del Lotto 3 (3,82%-2022 e 3,20% -2023) e del 4,81% per i titoli integrati regionali/provinciali, come previsto dalla delibera regionale e senza possibilità d’intervento dell’Agenzia.
Nel corso della stessa conferenza Giancarlo Gentilini, presidente dell’Agenzia Tpl di Brescia ha confermato che con questi scenari “diventerà prioritario in questo contesto il contrasto alla morosità, che si attesta mediamente tra il 25 e il 30% sul trasporto extraurbano, mentre è fisiologica e molto ridotta sull’Urbano. Un brutto lascito legato a cattive abitudini generate dalla sospensione dei controlli nel periodo Covid”.