Trasporti. Non possiamo tornare indietro
In vista del Consiglio comunale di lunedì 24 dove approda il progetto definitivo del tram, l’ex sindaco ed ora vicepresidente Consiglio regionale, Emilio Del Bono, vuole dare un contributo al dibattito sull’importanza di progetti strategici di mobilità pubblica per città capoluogo come Brescia. E parte da lontano, ricordando quanto in Europa siano più attrattive per l’industria, il turismo, l’economia in genere, le regioni che hanno investito di più in tram, metropolitane e autobus urbani.
“Più che adottare politiche per disincentivare l’uso dell’automobile – sostiene – vanno incentivate quelle per il trasporto pubblico locale. In questi ultimi quindici anni la città ha fatto il suo dovere, mettendo in campo un miliardo e mezzo di euro e i risultati le hanno dato ragione: dai 40 milioni praticamente costanti di passeggeri all’anno nell’era pre-Covid, con la metropolitana adesso sono 58 milioni e con il tram si intende sfondare il muro dei 70 milioni. E’ un cambio sostanziale, non accompagnato però da una visione sovracomunale”.
Per Del Bono manca cioè quella pianificazione su scala regionale, peraltro prevista dalla legge lombarda (la numero 6 del 2012) e mai rimesso mano dal 2016, che si è riflessa sull’amministrazione provinciale, ente che ha fatto molto per la mobilità privata (vedi Brebemi, Corda Molle, raddoppio Tangenziale sud) ma che da molti anni è assente sul trasporto pubblico. “Dico questo – precisa – perché leggo una posizione molto confusa e contraddittoria del centrodestra cittadino, quando afferma che bisogna uscire dalla città per fare infrastrutture di mobilità pubblica dimenticandosi che non può essere il Comune di Brescia a pianificare oltre i suoi confini perché non ha una sovranità tale da poter dire che un tracciato può andare su Travagliato piuttosto che su Sarezzo”.
Già fa ben più del dovuto con i 14 comuni di cintura mettendo a disposizione ogni anno 8,5 milioni per integrare il sistema di trasporto su gomma da e verso la città, ma per definire obiettivi strategici su scala provinciale, come prevede la legge regionale, la sede naturale è Palazzo Broletto “costituendo un tavolo con il capoluogo ed i territori di volta in volta interessati insieme alla Regione, costituzionalmente competente in materia”. E in proposito, Del Bono auspica che la Provincia “rimanga un ente con un accordo unitario, quindi privo delle dinamiche dialettiche che accompagnano le maggioranze e le minoranze”, per poter pianificare nei prossimi anni progetti funzionali allo sviluppo infrastrutturale della mobilità pubblica sfruttando quelle volute da Brescia per prolungarle, per esempio, verso la Val Trompia (metro) o Roncadelle (tram). “Una città bisogna portarla nel futuro, fatto di sistemi interconnessi di trasporto pubblico altamente efficienti in grado di drenare un numero crescente di passeggeri. Non so perché il centrodestra è contro le infrastrutture di mobilità pubblica. Non possiamo tornare indietro”.
Qualche numero. Il Fondo di disponibilità di Regione Lombardia per il trasporto pubblico locale destina 542 milioni di euro a Trenord e 650 milioni (a Brescia arriva il 9% di questa somma) per metro, tram e bus che insieme servono il 90% dei passeggeri mentre i treni solo il restante 10%.