Trafugata e rubata la reliquia di Sant'Agata
Venerdì 18 agosto è stata trafugata e rubata la reliquia di Sant'Agata nell'omonima chiesa cittadina.
La notizia è stata rilanciata con sgomento dal parroco, mons. Giambattista Francesconi.
Agata nacque nei primi decenni del III secolo a Catania. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell'editto di persecuzione dell'imperatore Decio, l'accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione. Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 251.
L’interno della chiesa, preceduto da un bel portale rinascimentale sormontato da statue barocche, presenta una visione imponente pur col sovrapporsi di elementi di epoche diverse, quali:
il presbiterio del Quattrocento; le volte e la balconata del Cinquecento; gli altari, la decorazione a fresco e gli stucchi del Seicento; la cappella del Santissimo Sacramento del Settecento.
Tutta la navata appare più spaziosa e profonda per gli affreschi ad architetture (1683). Da non perdere la pala dell’altar maggiore raffigurante Sant’Agata in croce fra i Santi Pietro, Paolo, Lucia e Apollonia (1522), considerata il capolavoro di Francesco Prata da Caravaggio.
In questi mesi la chiesa è oggetto di molte visite guidate grazie alla presenza dei custodi della bellezza sacra.