Terre tra due fiumi
Il progetto di cultura di prossimità "Terre tra due fiumi", cofinanziato dal Comune di Brescia e inserito nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, nasce da un’idea del gruppo di lavoro formato da Beatrice Nardo, Michela Capra, Franco Tolotti ed Ezio Torazzi.
Scopo del progetto è di trasmettere il patrimonio storico, paesaggistico, architettonico e di cultura materiale dei due quartieri della zona nord di Brescia Borgo Trento e San Bartolomeo, delimitati dal Fiume Mella a ovest e dal Torrente Garza a est.
Ha preso avvio e spunto dal volume dell’etno-antropologa e storica locale Michela Capra dal titolo “Vi sono due fiumi in questa parte di chiusure” (Fondazione Civiltà Bresciana, 2020), basato sulla vicenda sociale ed economica dell’antico Comune di San Bartolomeo, di cui anche Borgo Trento fece parte fino al 1881.
Questo studio, basato su una lunga ricerca archivistica e sul campo, è imperniato sul lavoro e la vita delle genti che vissero nei due territori tra tardo Medioevo e gli albori del ‘900, strettamente legati alle risorse locali e, in particolare, alla presenza dei due canali artificiali derivati dal Fiume Mella, il Bova e il Grande Superiore: con le loro acque non solo permisero l’irrigazione delle campagne dei due attuali quartieri, ma animarono per sei lunghi secoli mulini, magli da ferro e da rame, molature per i ferri da taglio e le armi bianche prodotti in Val Trompia, ma anche gualchiere da lana, folli e concerie di pellami, nonché una segheria e un torchio da olio.
Inoltre Borgo Pile, l’antico nome di Borgo Trento, proteso tra la città e la Strada per le Valli Trompia e Sabbia e costruito a ridosso del Torrente Garza, fu una variegata e pulsante contrada formata da abitazioni e botteghe di mercanti di biave (i cereali), che proprio nelle Valli venivano smerciati a dorso di muli e cavalli. È interessante notare come la ricerca abbia messo in luce come, già a partire dal ‘400, numerosi conduttori di opifici idraulici, piccoli proprietari terrieri di San Bartolomeo e mercanti di biave di Borgo Pile provenissero proprio dalle Valli bresciane e dalle Valli bergamasche (in particolare Val Seriana e Val Brembana), costituendo dunque, sin da tempi assai remoti, un vivace e variegato crogiolo di cultura prealpina e urbana propria dei territori dei due capoluoghi Capitali della Cultura 2023.
Ancora oggi sono visibili numerosi segni materiali di questa vicenda umana plurisecolare, per molti aspetti ancora sconosciuta alla maggior parte dei Bresciani perché periferica rispetto ai luoghi del centro storico più noti e frequentati: strade, cappelle votive, cascine e corti rurali, opifici e ruote idrauliche, canalizzazioni e fossati, ville signorili, lavatoi, muri perimetrali in pietre locali, alberature di gelsi, salici e platani, e persino l’antico Lazzaretto civico per gli appestati, costruito nell’edificio di un monastero medievale di frati agostiniani intitolato proprio a San Bartolomeo, sul luogo dove oggi sorge l’oratorio del quartiere.
Il progetto propone alla cittadinanza due tipologie di iniziative da marzo a novembre per conoscere questo patrimonio in maniera conviviale e coinvolgente: 12 trekking urbani lungo quattro itinerari (due per quartiere) da percorrere a piedi condotti dalle guide turistiche di Arte con Noi e 10 incontri culturali in diverse sedi dei due quartieri in cui le spiegazioni degli storici sono accompagnate da performance musicali e teatrali.
La presentazione, aperta a tutta la cittadinanza, è prevista per venerdì 24 marzo alle ore 20.30 presso il Cinema Teatro Cristo Re in Via Filzi 5 (Borgo Trento) e vede la partecipazione musicale della neonata Orchestra a Fiati del Borgo.
Il primo trekking è organizzato per sabato 25 marzo alle ore 14.30 attraverso il corso del Bova a San Bartolomeo.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti. I trekking sono su prenotazione contattando Arte con Noi al numero 340 3503863 (Whatsapp) oppure scrivendo a info@arteconnoi.it