Suor Elisabetta: amore, apertura di cuore
Sabato 21 ottobre, la chiesa parrocchiale delle Sante Capitanio e Gerosa, in città, era gremita per l’ultimo saluto a suor Elisabetta Buffoli, scomparsa improvvisamente nella notte tra il 18 e il 19 ottobre. Battezzata con il nome di Emma, classe 1944 e originaria di Sarezzo, suor Elisabetta era la terza di quattro fratelli. Il 4 marzo 1966 entrò in noviziato tra le Suore di Carità delle Sante Capitanio e Gerosa, dette di Maria Bambina, pronunciando la sua professione perpetua a Milano, nel 1973. Nel frattempo, dopo aver conseguito il diploma magistrale e quello di assistente sociale, venne assegnata alla comunità S. Maria Bambina di Brescia, dov’è rimasta fino alla fine, per oltre 50 anni. La storia di suor Elisabetta s’intreccia a quella della Parrocchia delle 2 Sante sin dalla nascita di quest’ultima.
“Noi tutti che crediamo in Cristo siamo chiamati ‘pietre vive’ ed impiegati per la costruzione di un edificio spirituale… Credo che questo sia il filo rosso che ha segnato la mia esperienza di vita nella Parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa fin dal primo momento in cui i miei Superiori mi hanno proposto di collaborare con don Palmiro Crotti” scriveva la suora nel volume dedicato al 40° anniversario della posa della prima pietra, celebrato soltanto due settimane fa. “Per me, figlia della Congregazione delle suore di Carità, la dedicazione della chiesa alle nostre Fondatrici, unica in tutta Italia, è stato motivo di gioia e d’impegno per far conoscere le nostre Sante bresciane…Le loro reliquie nelle fondamenta della nostra parrocchia sono segno della presenza del Signore fra noi, oggi. Invitano a vivere la santità nel quotidiano, con semplicità, amore, apertura di cuore e di mente verso tutti”, proseguiva poi. Lo stile di suor Elisabetta è stato proprio questo, in piena sintonia con il carisma di Bartolomea e Vincenza. Nei suoi cinquantacinque anni di vita religiosa, infatti, la suora ha dedicato tutte le sue energie in ambito educativo-assistenziale, spaziando dall’accoglienza ai minori a quella alle mamme con figli, segnalate dai servizi sociali, molte delle quali l’hanno considerata madre, sorella ed amica.
“Con la sua capacità di rapportarsi agli altri suor Elisabetta ha coltivato legami importanti e vissuto relazioni intense e personali; come assistente sociale ha accompagnato e sostenuto ragazze madri, donne affaticate e giudicate, protetto, curato e amato figli bisognosi” ha ricordato il parroco, padre Domenico Fidanza, nell’omelia funebre. “Ci uniamo ora alla voce di Maria Bambina e di suor Elisabetta per cantare in eterno l’amore del Signore” ha poi concluso.