Stadio, verdetto al 20 maggio
Il Brescia Calcio dovrà presentare un'offerta per rinnovare la concessione. Sull'entità dei lavori di ristrutturazione non trapela ancora niente, salvo 12 criticità evidenziate dal Coni da sistemare in caso di promozione in serie A
Si alza lentamente la foschia di mistero intorno alla “questione stadio”. Venerdì palazzo Loggia, proprietario dell’impianto, ha pubblicato l’avviso di concessione. Il Brescia Calcio, con il contratto per la gestione del Rigamonti in scadenza il 31 agosto, dovrà presentare un’offerta entro le 12 del 20 maggio, per scongiurare l'ipotesi di un trasloco a Monza o in altri stadi. Il canone minimo annuo è fissato a 157.500 euro più Iva.
Per arrivare alla questione cara ai tifosi in prospettiva della sempre più vicina promozione in serie A, il club di Massimo Cellino potrà limitarsi ad effettuare i lavori per mettere a norma la struttura, ad un costo di circa un milione di euro, o presentare un progetto di più ampio respiro, che avrà come conseguenza il protrarsi della gestione per più anni. La durata della concessione infatti sarà di due anni, ma se il club programmerà lavori corposi otterrà un anno in più di concessione per ogni blocco di interventi dal costo superiore ai 700 mila euro, per arrivare a un massimo di nove anni.
L’attuale capienza, di 16.743 posti, è sufficiente per la massima serie. Il problema consiste nelle 12 criticità evidenziate dal Coni. Sarà da sistemare la gradinata numerata, priva di seggiolini e con problemi di distacco dei calcinacci, così come le barriere a confine dei settori, facilmente scavalcabili. Anche il settore ospiti è soggetto a sgretolamento e non ha i seggiolini. Non sono da dimenticare anche le criticità delle rampe di accesso alla tribuna centrale, dei bagni e degli spogliatoi.