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Costa Volpino
di REDATTORESOCIALE.IT 28 ott 2024 07:55

Sara: vittima di femminicidio a Costa Volpino

Una ragazza di soli 18 anni - ne avrebbe compiuti 19 il prossimo 9 novembre - Sara Centelleghe, è l’ennesima vittima di femminicidio. E’ stata uccisa a coltellate nella notte di venerdì nel suo appartamento al terzo piano di una palazzina di Costa Volpino, centro di ottomila anime sulla punta settentrionale del lago d'Iseo. I carabinieri di Clusone e Bergamo hanno arrestato un cittadino indiano coetaneo e conoscente della vittima, 19 anni, che vive nello stesso complesso residenziale di Sara. Dopo un lunghissimo interrogatorio, ha confessato l’omicidio senza fornire, come riferiscono le forze dell’ordine, le ragioni del suo gesto.

L’ennesimo caso di femminicidio rende ancora più attuale un allarme lanciato dall’associazione “D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza” per una deriva pericolosa per le donne in atto da tempo nelle politiche dell'antiviolenza in Italia. L’associazione ha denunciato, come si legge su Redattoresociale.it, il tentativo di neutralizzazione delle attività di prevenzione e di contrasto della violenza maschile alle donne. Questo è un rischio che si sta concretizzando nei fatti. Sono in continuo aumento i luoghi neutri che, senza un approccio basato sull'esperienza dei centri antiviolenza, stanno accogliendo le donne in situazioni di maltrattamento o violenza", ha dichiarato in una nota Antonella Veltri, presidente di “D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza”.

"Per questo, abbiamo scelto di sottoporre all'attenzione delle istituzioni che a vario titolo sono coinvolte nel sistema antiviolenza- sono ancora le sue parole- le nostre osservazioni sull'Intesa Stato Regioni, lo strumento che dovrebbe dettare le condizioni migliori per le donne. Lo facciamo a partire dalla competenza e dalla convinzione che alcune posizioni siano deleterie per il reale contrasto alla violenza".

Le modifiche annunciate dell'Intesa Stato Regioni del 14 settembre 2022 riguardano più aspetti che secondo l'esperienza di D.i.Re rappresentano "pericolosamente un arretramento nel percorso di prevenzione e contrasto della violenza maschile alle donne". Infatti, queste modifiche pongono in atto requisiti e modalità volti a "marginalizzare e depotenziare il ruolo dei centri antiviolenza che nel tempo, basandosi sull'esperienza diretta nei percorsi di uscita dalla violenza delle donne accolte hanno progettato e realizzato azioni di prevenzione".

La Rete D.i.Re, in particolare, intende fare chiarezza su due criticità: "L'una perché allarga la platea dei soggetti abilitati e autorizzati all'accesso di fondi, negando di fatto e neutralizzando formalmente la peculiarità e la specificità dei centri antiviolenza, la loro esperienza e competenza; l'altra per porre l'attenzione sull'obbligo della reperibilità H24 per i centri antiviolenza in completa assenza di un sistema adeguato per affrontare l'emergenza e senza alcun riconoscimento economico del lavoro svolto dalle attiviste operatrici che risulterebbero essere gravate di responsabilità lavorativa senza adeguamento retributivo.

REDATTORESOCIALE.IT 28 ott 2024 07:55