Salute si.cura, bilancio di un progetto
In molte delle persone anziane ad oggi incontrate da Caritas Diocesana, emerge il bisogno di avere una “persona vicina”, non solo che li ascolti ma che li abbracci, li accarezzi anche solo con uno sguardo
Il progetto Salute si-cura ha preso avvio nel mese di luglio 2020 a partire da un’attenzione nei confronti delle persone anziane sole e in situazioni di fragilità, che il Covid-19 ha reso più fragili, vittime della pandemia, dell’isolamento, della solitudine. Proposto da Fondazione Opera Caritas San Martino viene realizzato in collaborazione con le parrocchie di Lumezzane, Gavardo, Manerbio e San Polo. Al momento vede coinvolti oltre agli operatori di Caritas Diocesana, 20 volontari, 23 anziani con i loro famigliari.
In seguito all’inasprimento delle disposizioni anti-Covid, nell’ottica di una massima tutela dei nostri anziani, sono stati sospesi gli incontri al domicilio ma potenziate tutte le relazioni a distanza, es. telefonate giornaliere talvolta per un semplice saluto, molto spesso per intrattenere lunghe conversazioni, con l’obiettivo principale di far vivere la nostra vicinanza e mitigare l’isolamento della persona. Durante gli incontri le persone si raccontano; affiora un bisogno di relazione, di condivisione di pensieri, emozioni, di esperienze spesso dolorose e traumatiche che hanno vissuto e che vivono in tempo di Covid: lutti, paura, confusione, incertezza, estrema solitudine. In molte delle persone anziane ad oggi incontrate, emerge il bisogno di avere una “persona vicina”, non solo che li ascolti ma che li abbracci, li accarezzi anche solo con uno sguardo.
A volte basta un sorriso. Questo prendersi cura fa bene anche a noi. Ci aiuta a vedere oltre la pandemia, a leggerne le opportunità coltivando rapporti e scambi solidali, sviluppando reciprocamente capacità di resilienza e cura reciproca. Profetiche le parole pronunciate da papa Francesco il 31 gennaio scorso ai partecipanti al Primo Congresso Internazionale di pastorale per gli anziani sul tema “La ricchezza degli anni”: “Vi chiedo che questa non resti un’iniziativa isolata, ma segni l’inizio di un cammino di approfondimento pastorale e di discernimento. Dobbiamo mutare le nostre abitudini pastorali per saper rispondere alla presenza di tante persone anziane nelle famiglie.