Sabato 4 gennaio iniziano i saldi invernali
Sabato 4 gennaio avranno inizio i saldi invernali, un appuntamento importante per il mondo del commercio, in particolare per quello al dettaglio del settore moda. Settore, quest’ultimo, che non ha brillato durante il periodo natalizio: a pesare significativamente sono stati la flessione dei consumi e la fiducia in calo dei consumatori. Inoltre, secondo una elaborazione del centro studi Confesercenti su dati Unioncamere, negli ultimi 10 anni Brescia ha perso 1 impresa di moda su 4 (-442, pari al -25,36%).
"Rispetto al 2023 il meteo è stato sicuramente più coerente rispetto alle stagionalità - osserva la vicepresidente di Confesercenti della Lombardia Orientale e presidente di Fismo (Federazione italiana settore moda), Francesca Guzzardi -: se l'anno scorso ci trovavamo a iniziare i saldi senza avere ancora avuto accenno d'inverno, quest'anno è andata sicuramente meglio da questo punto di vista. Tuttavia la crescente incertezza delle famiglie influirà inevitabilmente sull’andamento dei saldi".
Comprerà quasi un italiano su due (46%), budget medio 218 euro a famiglia. I consumatori possono trovare nelle vendite di fine stagione ottime opportunità, per cui il mondo del commercio e il settore moda guardano al saldo come a un momento significativo e hanno con evidenti aspettative. In effetti ci saranno per i consumatori grandi occasioni d'acquisto e ottimi affari. La media dello sconto sarà nella fase iniziale del 25% è pressoché la totalità degli esercizi del Bresciano aderirà.
Grandi protagonisti saranno i negozi fisici, che sicuramente si confermano i preferiti, anche se una fetta rilevante si appoggerà comunque all'online. «A premiare i negozi è il fatto di avere più garanzie, essendo punti di vendita fisici, ma anche l’esperienza di acquisto più accattivante e la qualità del servizio, che danno la possibilità di comprare con maggiore consapevolezza e andare a colpo sicuro, sono fattori rilevanti - afferma Guzzardi -. Va inoltre detto che in quest’ultimo periodo il consumatore ha sviluppato una sensibilità notevole al fattore della sostenibilità: l’attenzione al pianeta fa sì che molti abbiano fatto ritorno al negozio fisico per fare i propri acquisti».
A questo si associa l’aspetto legato all’esperienza di acquisto, che è inevitabilmente più personalizzata quando fatta in un punto vendita.
"Viste le difficoltà che i commercianti stanno incontrando - spiega Guzzardi -, c’è un impegno ancora maggiore a fare ricerca, a cercare il meglio per il cliente: cosa che, invece, l’online non ha. Non è da sottovalutare, inoltre, la loro conoscenza dell’intera filiera, che garantisce un'esperienza di acquisto molto più consapevole. Il commerciante ci mette la faccia e ci tiene a rivedere il cliente".
Nel complesso la situazione del commercio bresciano, così come sta accadendo in generale a livello nazionale, non è delle più semplici. Lo testimonia, ad esempio, il fatto che la provincia di Brescia ha perso un'impresa di moda su quattro nell'ultimo decennio.
Calano i negozi di moda. A questi aspetti e alla modificata abitudini dei consumatori è riconducibile una situazione di difficoltà del settore lungo tutta la filiera e, in particolare, del commercio al dettaglio. Nel Bresciano gli esercizi di moda chiusi in questi 10 anni sono stati complessivamente 442: erano 1.743 nel 2014 e sono ora 1.301 (dato riferito a giugno 2024).