Profughi afghani: cabina di regia per accoglienza
Il Coordinamento provinciale dei progetti del Sistema di accoglienza e integrazione del ministero dell’Interno (che riunisce una trentina di Comuni e numerosi enti del Terzo Settore), anticipa i tempi sul piano che dovrà gestire l’eventuale arrivo di profughi in fuga dall'Afghanistan
Brescia non vuole farsi trovare impreparata nel momento in cui verrà definito il numero di persone o di famiglie di rifugiati afghani che dovrà ospitare sul proprio territorio. Per questo motivo il Coordinamento provinciale dei progetti del Sistema di accoglienza e integrazione del ministero dell’Interno, che riunisce una trentina di Comuni e numerosi enti del Terzo Settore, anticipa i tempi e si propone come “cabina di regia” del piano che dovrà gestire l’assegnazione di alloggi in stretta collaborazione con la Prefettura e il Servizio Centrale del Sai.
E lo fa mettendo a disposizione un numero di telefono (342.1006595) e un indirizzo dedicato di posta elettronica (coord.sprarbresciani@gmail.com) per tutti coloro (cittadini, associazioni, cooperative, fondazioni, aziende e via dicendo) che hanno appartamenti da offrire ma anche da affittare. Oltre alla possibilità di ospitare in casa propria persone singole o piccoli nuclei famigliari, vista la specifica richiesta inoltrata al Servizio Centrale per poter finanziare l’accoglienza in famiglia.
“Oggi c’è molta sensibilità verso questo problema – ha detto il sindaco di Collebeato, Antonio Trebeschi – Noi riteniamo che l’accoglienza, per essere di qualità, debba essere efficace, con un reale inserimento delle persone all’interno delle comunità. E quindi è importante che ci sia un lavoro di rete e non azioni isolate”.
L’obiettivo dell’incontro svoltosi in Provincia a cui hanno partecipato una quarantina tra sindaci, assessori comunali e rappresentanti del Terzo Settore, è stato quello di richiamare i tanti attori che in questi anni hanno lavorato in diversi ambiti territoriali ad avviare un percorso finalizzato ad una soluzione “immediata” per queste famiglie afghane ma che in realtà guarda ad una prospettiva futura di accoglienza di qualità.
“Un accordo importante, quello raggiunto, per cercare di centralizzare la raccolta delle disponibilità di alloggi – ha sottolineato la direttrice Associazione ADL-Zavidovici, Maddalena Alberti - Stiamo raccogliendo anche disponibilità di collaborazioni che variano dalla maestra a chi vuole offrire accompagnamento. Ci stiamo muovendo per tempo nell’ottica di un’accoglienza integrata”.
Alla presentazione dell’accordo raggiunto nella riunione del Coordinamento provinciale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, erano presenti anche il presidente della Provincia Samuele Alghisi e l’assessore alle Politiche per la famiglia del Comune di Brescia, Marco Fenaroli.
La micro-accoglienza diffusa è l’approccio alla gestione dell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo che prevede la distribuzione delle persone in appartamenti diffusi sui territori, contraria alla concentrazione in grandi centri di numerose persone che impattano le comunità locali in maniera significativa.
La micro-accoglienza diffusa crede in un’accoglienza che curi le relazioni territoriali e di vicinanza, promuovendo attività di incontro e scambio all’interno di condomini, quartieri, piccoli paesi, ma anche tra realtà associative e volontaristiche e le persone accolte per costruire comunità resilienti.