Profughi afghani: Brescia è pronta all'accoglienza
Il Vice Prefetto Corrado Conforto Galli: “Dovrebbero essere 106 i profughi afghani che saranno presi in carico dal sistema bresciano”
Le immagini giunte dall’aeroporto di Kabul, dove migliaia di afghani si sono ammassati per tentare di fuggire dal ritorno dei talebani, sono ancora vive nella loro drammaticità. Difficile dimenticare il volto spaventato di migliaia di uomini e donne disposti a tutto pur di trovare un mezzo per non vivere, con i talebani di nuovo al potere, un tragico “ritorno al passato”, fatto di violenza e di diritti negati. Molti di loro, quelli che negli anni hanno collaborato con le forze e le diplomazie della coalizione internazionale che per 20 anni ha operato in Afghanistan, sono riusciti, con le rispettive famiglie, a salire su uno dei mezzi del ponte aereo che li ha portati in salvo. Tanti sono giunti in Italia. Anche Brescia ha fatto la conoscenza con le loro storie. Alcuni gruppi di profughi sono stati accolti nella base logistica militare della caserma Bertolotti di Edolo. Non è questa, però, la loro sistemazione definitiva, come ricorda il viceprefetto Corrado Conforto Galli, che dalla Prefettura di Brescia sta seguendo la vicenda.
Perché l’arrivo e la sistemazione a Edolo?
Come è noto l’operazione Aquila Omnia che, attraverso il ponte aereo con Kabul ha consentito di portare in Italia cittadini afghani, è stata organizzata dal ministero della Difesa che si è fatto carico anche di accoglierli nelle strutture militari dell’esercito per il necessario periodo della quarantena imposto dall’emergenza sanitaria, prima di essere assegnati, d’intesa tra lo stesso Ministero della Difesa e quello dell’Interno, sull’intero territorio nazionale sulla base di appositi criteri. L’idea sarebbe quella di inserirli all’interno dell’ex sistema Sprar, oggi denominato Sai (Sistema di accoglienza e integrazione). Come Prefetture ci stiamo muovendo, nel caso il sistema Sai non fosse in grado di garantire i posti necessari all’accoglienza, per attivare anche la rete dei Cas, i centri di assistenza straordinaria ,con cui è stata gestita sino a oggi l’emergenza dei migranti.
Quanti dovrebbero essere i cittadini afghani destinati a Brescia?
Le notizie ufficiali a oggi in nostro possesso fissano in 106 il numero dei cittadini afghani che saranno accolti nel Bresciano. Già prima che la questione afghana scoppiasse in tutta la sua drammaticità sul territorio della provincia erano già accolti 39 profughi arrivati dal Paese asiatico nel corso del mese di luglio. Quelli in arrivo saranno 67. Il ponte aereo attivato nelle scorse settimane ha portato in Italia soprattutto nuclei familiari di diverse dimensioni.
Chi sono i cittadini afghani messi in salvo dal ponte aereo?
Nella quasi totalità dei casi di tratta di persone che nel corso degli anni hanno collaborato con la missione o la diplomazia italiana in Afghanistan. Con loro sono state messe in salvo anche le rispettive famiglie. Tutte le persone arrivate in Italia dovranno affrontare l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. Sarà competenza della commissione valutare le istanze che arriveranno alla sua attenzione.
La sensazione è che le immagini arrivate da Kabul ad agosto abbiano contribuito a mettere la sordina alle polemiche che sui territori si sono sempre accompagnate all’accoglienza dei profughi…
Sì, penso che quello che tutti hanno avuto modo di vedere grazie alle immagini trasmesse dalle televisioni su quanto stava avvenendo a Kabul, abbia fatto comprendere che quelle in fuga sono effettivamente persone che avrebbero potuto correre pericoli e quindi necessarie di protezione A conferma di questa presa di coscienza c’è anche quella che definisco una vera e propria gara di generosità nella messa a disposizione di appartamenti e case in cui ospitare chi è fuggito dall’Afghanistan. Tutto questo dovrebbe rendere più facile l’interazione e anche l’integrazione di chi è arrivato, grazie al ponte aereo da Kabul.
È ipotizzabile che anche per questi nuovi arrivi si pensi ancora a un sistema di microaccoglienza sul territorio?
Nel limite del possibile stiamo pensando di immaginare l’accoglienza e l’inserimento di questi profughi afghani all’interno di appartamenti e di strutture diverse rispetto ai centri collettivi. L’intesa che ancora stiamo definendo con lo Sportello dei rifugiati e tutta la rete della struttura Sai del Bresciano punta a mettere in campo una sorta di mappatura degli appartamenti che via via si rendono disponibili. Noi stiamo lavorando per salvaguardare, per quanto possibile, l’unità dei gruppi familiari accogliendoli in singoli appartamenti.
Quanti sono oggi i profughi accolti nel Bresciano?
Ad oggi i posti di accoglienza attualmente attivi sono 844.