Processo per l'eccidio di Gornji Vakuf
L'udienza preliminare per il procedimento a carico di Prijic Hanefija, detto Paraga, responsabile dell'assassinio dei tre volontari bresciani Sergio Lana, Guido Puletti e Fabio Moreni
Ha preso avvio ieri in palazzo di giustizia a Brescia, con l’udienza preliminare, il processo che vede come unico imputato Prijic Hanefija, detto Paraga, cittadino bosniaco accusato di “tentato omicidio, omicidio preterintenzionale e rapina a mano armata”, responsabile della morte dei tre volontari bresciani Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni, vittime nel 1993 – durante la guerra in Bosnia (1992-95) – di un imboscata a Gornji Vakuf, dove erano impegnati a scortare un convoglio di aiuti umanitari. Priaijc nel 1993 comandava un battaglione dell’esercito governativo e con i suoi uomini, in un’imboscata sul monte Radovan, presso Gornji Vakuf (Bosnia centrale), saccheggiò il convoglio e poi ordinò l'uccisione di Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni. Altri due volontari sopravvissuti, Christian Penocchio e Agostino Zanotti, testimoniarono successivamente al processo contro Priaijc, tenuto in Bosnia nel 2001, nel quale l’imputato fu condannato a 15 anni di carcere.
Nel processo penale che vede come imputato Paraga, il Comune di Brescia si è costituito parte civile. Il processo, come stabilito al termine dell’udienza preliminare, si svolgerà con rito abbreviato e a porte chiuse. Sino all’ultimo si è temuto che, per via di questi burocratiche, il procedimento non potesse svolgersi in Italia. Superate nel corso dell’udienza preliminare queste difficoltà, per il 15 dicembre prossimo è stata fissata una nuova udienza per la valutazione di nuovi elementi probatori, al termine della quale verrà ufficializzato l’avvio vero e proprio del processo.
Soddisfatte, al termine dell’udienza preliminare, le parti civili (il Comune di Brescia, Sergio Zanotti e Christian Penocchio, sopravvissuti all’eccidio e le sorelle di Guido Puletti), meno la difesa di Prijic Hanefija che puntava alla celebrazione del processo in Bosnia, paese in cui si era consumato il reato.
Tra i presenti all’udienza preliminare anche i genitori di Sergio Lana che, pur avendo perdonato i responsabili della strage, desidererebbero sapere dalla loro voce il perché di quella carneficina.
Per Agostino Zanotti il processo apre finalmente la via alla ricerca della verità e alla giustizia, non certo alla vendetta.