Premio Bulloni, Brescia e la bontà
Questa sera alle 18 al Teatro Sociale il tradizionale appuntamento nel corso del quale la città riconosce cittadini e istituzioni che si sono impegnati per la comunità. Il premio principale, quello alla memoria del primo prefetto della città dopo il fascismo, alla famiglia Frizzi che ha fondato l'associazione "Amici del Mare"
Questa sera, con inizio alle 18, si rinnova l’appuntamento con la “bontà” bresciana. Sul palco del Teatro Sociale di via Cavallotti, vengono assegnati il Premio Bulloni e tutti gli altri riconoscimenti a questo collegati con cui la città intende sottolineare storie ed esperienze di dedizione al prossimo, alla comunità e più in generale al bene comune.
Tante le segnalazioni che anche quest’anno la commissione presieduta dal sindaco Emilio Del Bono ha dovuto vagliare prima di effettuare le scelte definitive. Un lavoro di confronto che ha portato l’attribuzione del Premio Bulloni, che ricorda il primo prefetto della ripresa dopo la Seconda Guerra mondiale, alla famiglia Frizzi, che ha dato vita all’associazione “Amici del Mare”. La famiglia è formata da Roberto e Barbara, dai loro tre figli Alice, Federico e Matteo e da Michael, bambino arrivato nel 2008, affetto da paralisi cerebrale infantile, al centro di un’adizione speciale dopo un periodo di affido. Si tratta di una famiglia esemplare per la capacità di aprirsi agli altri, ai loro bisogni, e di dedicare tempo al prossimo. Ancora adolescenti, Roberto e Barbara aderiscono al Centro volontari della sofferenza, movimento con cui compiono una decina di viaggi a Lourdes, per accompagnare i malati. Nei primi anni ’90, già sposati, danno vita a una nuova forma di volontariato: assumono la gestione di una ex colonia marina a Cesenatico e lì portano alcuni ragazzi disabili in vacanza. Da quella esperienza nasce l’associazione Amici del mare che ogni anno assicura due settimane di vacanze a disabili e due settimane di sollievo ai loro familiari. Nel 2019 almeno 200 persone, fra volontari e disabili, hanno animato la colonia di Cesenatico. Lo stile della famiglia Frizzi – che vive in città al Villaggio Montini - è fatto di apertura ai bisogni degli altri, entusiasmo, serenità, creatività: un modello, un esempio, una presenza luminosa.
Il premio “Ordine degli Avvocati” è stato invece assegnato al Gruppo “Volontari sotto l’Albero”, attivo a Brescia da cinque anni. I suoi componenti incontrano, seguono, aiutano quotidianamente circa cento persone senza fissa dimora che sperimentano una condizione di grave emarginazione e gravitano attorno alla stazione ferroviaria. Sono gli invisibili, talvolta difficili persino da accostare, da conoscere. Proprio sull’incontro con le persone, sul dialogo, punta il Gruppo volontari sotto l’albero per aprire una breccia, attivare un colloquio, capire bisogni e provare a soccorrerli. I volontari intervengono ogni mattina nella zona della stazione dove avvicinano i senza fissa dimora, parlano con loro, poi distribuiscono la prima colazione, bevande calde, materiale per l’igiene, abiti, effettuano piccole medicazioni, accompagnano ai servizi sociali, amministrativi, sanitari. Una presenza discreta ma preziosa, a sollievo degli “invisibili”.
Pia Cittadini è stata invece scelta per il “Premio Aib”. Originaria di Novara, dopo la laurea si sposa con il titolare di uno storico retificio del Sebino, Giovanni Cittadini. Sotto l’impulso di Pia Cittadini l’azienda crea un welfare d’avanguardia, valorizza il ruolo delle donne in azienda sostenendole nel loro ruolo sociale ed economico, valorizzando la dignità del lavoro femminile. Nel 2004 in Aib fonda il gruppo “Femminile plurale” per promuovere l’imprenditoria femminile, la conciliazione famiglia-lavoro, una cultura che accolga e valorizzi la leadership femminile, il ruolo della donna-madre come fattore di sviluppo dell’azienda. Nel 2008 promuove una mostra fotografica sul lavoro femminile che diventa un vero fattore di memoria storica. Fra le moltissime iniziative nell’ambito della cooperazione internazionale, nel 2008 promuove la creazione di un retificio nella poverissima zona del Pamban in India per migliorare le condizioni di vita di un gruppo di vedove. L’impegno sociale di Pia Cittadini s’è tradotto anche nella presidenza dell’Ucid – Unione cristiana imprenditori dirigenti e nella vicepresidenza della Fondazione della comunità bresciana. Sotto la guida di Pia Cittadini l’azienda di famiglia ha declinato la responsabilità sociale d’impresa con iniziative di conciliazione famiglia-lavoro per le donne, con l’integrazione di lavoratori stranieri e con un forte sostegno a Gils Onlus, che si occupa di ricerca su una malattia rara che colpisce le donne, la Sclerodermia/Sclerosi Sistemica.
La commissione ha invece indicato per il “Premio Nica e Candida Ranzanici” Italo Pelizzari e Antonella Esti, per tutti Susy. Sposati da 37 anni, dal loro matrimonio sono nati otto figli: Alice, Emanuele, Simone, Marta e Mattia viventi, e Daniele, Marco e Maria prematuramente scomparsi. L’apertura al prossimo, specie al più bisognoso, è lo stile e la scelta di vita della famiglia Pelizzari che nel 2014 ha assistito in ospedale e infine accolto in affido una bambina nata nel 2009 e affetta da gravi disabilità, cui corrisponde un’invalidità del 100 per cento, e che richiede un’assistenza continua a causa di maltrattamenti subiti nell’infanzia. Italo Pelizzari è inoltre anima dell’Associazione “Aiuto per l’ultimo” che nella più assoluta discrezione aiuta le famiglie bisognose con generi alimentari, pagamento di bollette domestiche, fornitura di materiale scolastico. Un aiuto costante al prossimo più fragile e svantaggiato, sia fra le mura domestiche che nelle forme del volontariato organizzato.
Al Gruppo volontari del sorriso di Vallecamonica è andato il “Premio Umberto Gnutti”. Il gruppo festeggia quest’anno i venticinque anni di attività. È formato da una quarantina di ragazzi diversamente abili e da una trentina di volontari – in buona parte giovani – che li affiancano in molteplici attività del tempo libero, impegnandosi a prestare con regolarità alcune ore del proprio tempo alle attività del Gruppo, con cadenza settimanale. Il Gruppo si ritrova ogni giovedì all’oratorio di Cividate Camuno e nei fine settimana passa a prendere i ragazzi disabili nelle rispettive case per coinvolgerli in attività ludiche, culturali, di svago. Il Gruppo è caratterizzato da un grande calore umano, spontaneità, entusiasmo, e dimostra con gesti semplici ma concreti che l’incontro fra diversi è possibile, e che donare un po’ del proprio tempo al prossimo rende la vita più ricca. Non a caso le iniziative rivolte alla formazione al volontariato svolti nelle scuole hanno suscitato grande interesse e adesioni anche fra i giovanissimi.
Il “Premio Cuore Amico” è stato assegnato al gruppo di volontariato Mali di Gavardo, uno dei più longevi, solidi, dinamici gruppi locali di volontariato internazionale, basato sul principio che chiunque – dotato di una qualche capacità tecnica – può donare il tempo delle proprie vacanze alla realizzazione di opere in Paesi del Terzo Mondo. Il Gruppo, nato trent’anni fa a Gavardo, s’è distinto per la realizzazione di infrastrutture scolastiche e sanitarie in Africa, partendo dal progetto condiviso con le popolazioni locali per arrivare alla realizzazione, mettendo in campo la preparazione tecnica dei volontari gavardesi e la collaborazione delle comunità africane. A volte da solo, a volte in partenariato con altre Organizzazioni non governative bresciane, il Gruppo Mali ha realizzato oltre venti strutture oggi funzionanti in Mali, Eritrea, Angola e Repubblica Democratica del Congo. Grazie al Gruppo, in tutti questi anni, 250 bresciani hanno potuto sperimentare la bellezza e la tangibile utilità di questa forma di volontariato internazionale.
Il “Premio Pietro, Piergiuseppe e Piercarlo Beretta” è andato al coro gospel Amodonostro di Bedizzole per avere dimostrato come la musica corale, e la musica gospel in particolare, possa unire le persone e le generazioni attorno a ideali di fraternità e di bellezza. Il coro Amodonostro è entrato nel suo quindicesimo anno di attività e vede rinnovarsi continuamente il suo organico. Attualmente è composto da 35 giovani e ragazzi ed è diretto da Francesca Bosetti. Il canto gospel si è rivelato uno strumento prezioso, un percorso privilegiato per aggregare e formare i ragazzi e far vivere loro un’esperienza di fede. L’altruismo, la gentilezza, l’accoglienza e la disponibilità a trasmettere momenti di serenità e sorriso – anche a chi vive situazioni di disagio – sono le caratteristiche del coro che si è esibito sempre gratuitamente in ospedali, case di riposo, case famiglia, istituti psichiatrici nonché all’interno di eventi interconfessionali e multiculturali. Un coro, insomma, che consente a chi lo forma e a chi lo ascolta esperienze di gioia, crescita spirituale e incontro umano.
Elena Bassi è la destinataria del “Premio Rotary Brescia Nord”. Dopo il matrimonio e la nascita della prima figlia, insieme al marito Enrico ha maturato la decisione di partire per il Perù nell’ambito dell’Operazione Mato Grosso. La loro destinazione è stata San Luis, un paesino sperduto delle Ande peruviane e la scelta temporanea di un periodo di volontariato è diventata scelta di vita. Una volta comprese le necessità delle persone sono nate le iniziative dell’Operazione Mato Grosso a San Luis: una scuola gratuita di falegnameria e di sartoria, gestita direttamente da Elena ed Enrico. Ragazzi e ragazze bisognosi possono imparare un mestiere che consente loro un poco di autonomia economica. Nonostante gli impegni familiari (Elena ed Enrico hanno oggi tre figlie) le attività si sono intensificate con la costruzione di un oratorio, due scuole medie, una cooperativa di artigiani, un ambulatorio medico, due case per bambini e ragazzi disabili. A ciò si aggiunge l’infaticabile lavoro di Elena che con ragazze del posto va a trovare, nelle comunità più lontane e sperdute, anziani ammalati, bambini denutriti, disabili fisici e mentali. Una generosità e un altruismo senza confini, senza risparmio.
Il “Premio Collegio Notarile Brescia” è andato a Giulietta Chiametti, per tutti “Giuliana”. Originaria di Montichiari e fa parte dell’associazione femminile di fedeli laici “Comunità Mamrè” fondata da don Pierino Ferrari. Dopo la sua scelta di consacrare la vita a Dio e ai fratelli, nel 1984 è approdata a Calcinato e ha dato vita a una casa-famiglia che accoglie disabili (attualmente nove). Giuliana Chiametti vive con loro a tempo pieno, è idealmente la loro madre. Spazi abitativi, mensa, vita quotidiana: tutto è condiviso da Giuliana con i suoi ragazzi. Umile e schiva, schietta e collaborativa verso le istituzioni pubbliche, silenziosa e operosa, Giuliana Chiametti continua ad essere anima e riferimento della comunità e dei suoi ospiti, nonostante l’età che avanza e qualche acciacco fisico che si manifesta. Gli ospiti sanno di poter contare sempre su di lei, in qualunque momento della giornata. La comunità di Calcinato ha in lei un esempio fulgido, semplice, immediato e amorevole di accoglienza, di dedizione al prossimo.
Nel corso della serata verranno anche consegnati dei “Grossi”, le copie della prima moneta coniata a Brescia, con cui la città intende riconoscere i meriti di alcuni suoi concittadini. Il primo “Grosso d’oro” è stato assegnato alla memoria di Nadia Toffa, la nota giornalista e conduttrice televisiva scomparsa il 13 agosto scorso all’età di 40 anni. Partita da una piccola televisione locale, la sua caparbietà, il suo brio, la sua bravura, la sua preparazione l’hanno portata a diventare uno dei volti più amati in trasmissioni di grande successo proposte su un’emittente nazionale. Donna votata alla comunicazione, non ha tenuto nascosto il male che l’aveva colpita e anzi ha deciso di essere testimone della lotta contro la malattia, affrontata con una carica umana, una fiducia nei confronti della medicina e una tempra morale che hanno fatto di lei un esempio positivo per tanti ammalati e per tanti loro familiari.
Altro Grosso d’Oro alla memoria è andati a Flavia Bolis, giornalista bresciana scomparsa nel 2017, per anni collaboratrice anche di “Voce”. Flavia Bolis ha sempre unito il suo impegno professionale ad una acuta sensibilità nei confronti delle persone svantaggiate a causa delle condizioni sociali o geografiche di vita. Questo l’ha portata a mettere a disposizione la sua capacità e la sua bravura al servizio di realtà socialmente impegnate come la Cisl, l’Associazione Cuore Amico Fraternità, le Acli, l’Associazione Mandacarù. Al tempo stesso Flavia ha dedicato molte energie personali, fino alla fine dei suoi giorni, nel promuovere progetti a favore delle popolazioni del Burundi, contribuendo a realizzare – ad esempio – un laboratorio farmaceutico per la preparazione di medicinali. Un impegno – il suo – costante, generoso, inesauribile, esemplare.
Un Grosso d’Oro è stato assegnato anche a Sandro Melgazzi, dirigente d’azienda in pensione, è l’esempio vivente di una generosità capace di mettersi a disposizione dei più sfortunati e bisognosi, ovunque e sotto qualunque veste il bisogno si presenti. Dal 2010 Sandro Melgazzi è coordinatore dei volontari impegnati nell’Emergenza Freddo, ma questo è solo uno dei molteplici impegni che ha sempre assunto nei confronti del prossimo: accoglienza di una bambina russa nell’ambito di un progetto parrocchiale, aiuti alla costruzione di una scuola in Albania, ospitalità familiare di una ragazza in difficoltà, collaborazione al Camper Emergenza, ospitalità a un sacerdote perseguitato in Albania, attività di volontariato presso il Gruppo alcolisti in trattamento, aiuto e accompagnamento di famiglie in difficoltà, ospitalità per il pranzo domenicale di persone in difficoltà o sole, viaggi di aiuto in Serbia e Kosovo. L’elenco potrebbe continuare: il tutto fa di Sandro Melgazzi un luminoso esempio di generosità bresciana a tutto campo.
Tre anche le medaglia d’oro che saranno assegnate questa sera. La prima è per il Club Alpino Italiano, sottosezione di Gavardo, che ha sempre coniugato l’amore per la montagna con una straordinaria disponibilità verso le persone svantaggiate. Tutto ciò ha trovato la sua espressione nel progetto denominato “Il sentiero di Cinzia” nato nel 2013 quando il presidente Angelo Goffi, fisioterapista, ricevette la richiesta di aiuto di una sua paziente – Cinzia, appunto – che aveva perso l’uso delle gambe ma desiderava continuare a percorrere gli amati sentieri di montagna. A quel punto il Cai gavardese decide di coronare il sogno di Cinzia attraverso la “joelette”, una carrozzina di invenzione francese che consente alla persona trasportata da due volontari di superare pendenze e asperità del terreno. Con il tempo sono diventati un centinaio i disabili che hanno potuto coronare il sogno di andare in montagna nonostante gli impedimenti fisici. L’ultima impresa è stata compiuta dai volontari del Cai, autentici “angeli accompagnatori”, l’estate scorsa allorquando – alternandosi in venti – hanno fatto compiere l’intero camino di Santiago a Vanessa Gabusi e Chiara Personeni che hanno potuto coronare un loro grande sogno.
La seconda Medaglia d’oro è per Rossella Mometti che da oltre dodici anni svolge un’opera di volontariato assidua, preziosa, apprezzatissima presso i reparti pediatrici dell’ospedale dei bambini di Brescia, in particolare presso quello onco-ematologico. La sua presenza in reparto è quotidiana e assicura un punto di riferimento importantissimo ai bambini e alle loro famiglie, alle cui diverse necessità Rossella Mometti è sempre impegnata a far fronte. La vasta messe di testimonianza relative alla sua opera sottolinea la disponibilità e la dedizione con cui la signora Mometti svolge il compito che s’è assunta e che è di grande sollievo per bambini colpiti da gravissime patologie e per le famiglie che con loro stanno affrontando un percorso difficilissimo.
L’ultima Medaglia d’oro è per Roberta Morini, neurologa, palliativista, è specializzata nella Sclerosi laterale amiotrofica, la Sla. Dopo ave lavorato presso la Fondazione Maugeri, attualmente lavora presso l’Azienda socio sanitaria territoriale del Garda. È anche medical director dell’Aisla – Associazione italiana Sla, per la quale opera come volontaria su tutto il territorio bresciano dal 2005. Anche fuori dall’orario di lavoro la dottoressa Morini dimostra eccezionali doti di disponibilità, impegno, dedizione che – unite alla sua preparazione professionale – fanno di lei un punto di riferimento per i malati di Sla e per i loro familiari. Appena le viene segnalato un nuovo caso si prodiga per incontrare il paziente, informarlo, affiancarlo, sostenerlo nella difficile prova, e la stessa disponibilità e vicinanza umana viene assicurata alle famiglie dei pazienti. La discrezione, l’ascolto, la comprensione sono doti che brillano nell’esperienza di volontariato di Roberta Morini.