Perdite intorno ai 430 mln di euro
Per le attività del commercio, del turismo e dei servizi della nostra provincia si stimano perdite intorno ai 430 mln di euro di valore aggiunto nel periodo da gennaio alla prima settimana di aprile. È uno dei dati che emergono dall'indagine sull'andamento economico delle imprese bresciane ad un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria, commissionata da Confcommercio Brescia a Format Research. La situazione economica è critica e le prospettive restano incerte e preoccupanti. “La resilienza delle piccole imprese bresciane - afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Massoletti - è stata fino ad ora encomiabile e la loro forza ha permesso la tenuta del nostro tessuto economico nel corso del 2020, come dimostrano le chiusure inferiori alle attese registrate finora. L'indice di fiducia delle aziende è diminuito drasticamente a fine anno a causa dell'inadeguatezza delle soluzioni messe in campo dal Governo per fronteggiare la situazione, ma la volontà che emerge è comunque quella di non arrendersi”. Il saldo delle imprese esistenti a Brescia nel 2020 sul 2019 è legato ai ristori dispensati nell’anno. In assenza di questi, nel post-lockdown si temeva la scomparsa di circa 18mila imprese. I dati ufficiali parlano invece di 1.135 chiusure. Tuttavia, esistono almeno 8.600attività potenzialmente inattive, quelle che la Banca d'Italia identifica come 'zombie'. La pandemia ha accelerato l'evoluzione digitale. Le imprese che hanno implementato l'e-commerce sono aumentate del 223%, mentre quelle che si sono attrezzate per le consegne a domicilio hanno fatto segnare un +256%. Si presta maggiore attenzione al tema della sostenibilità, con oltre il 30% delle imprese che hanno fatto investimenti nel corso dell’ultimo anno ed altrettante che lo faranno nel corso del 2021. “Il timore maggiore - conclude Massoletti - è che i piccoli imprenditori del terziario non riescano più a fronteggiare la crisi economica e l’incertezza, nonostante stiano lottando intensamente per rimanere sul mercato e garantire un futuro non solo alle proprie attività, ma soprattutto alle loro famiglie”.