Per un nuovo cammino
Don Angelo Anni, attuale parroco di Palazzolo Sacro Cuore e Santa Maria Assunta, chiamato alla guida di Buffalora
Dopo 11 anni trascorsi a Polaveno e altri 14 a Palazzolo sull’Oglio, don Angelo Anni si appresta a scrivere una nuova pagina da parroco. Il Vescovo, infatti, gli ha affidato la guida della parrocchia di Santa Maria Nascente a Buffalora, comunità nella parte orientale della città di Brescia.
Con quale spirito si accinge a vivere questa nuova esperienza come parroco?
Lo stato d’animo con cui ho accolto l’invito a scrivere questa nuova pagina nella mia vita sacerdotale è quello dell’apertura alla novità. Credo che un sacerdote debba mantenere costantemente viva questa apertura per saper cogliere al meglio ogni disegno del Signore che ci propone e che è sempre fonte di arricchimento. Quell’invito che il Signore ha rivolto agli apostoli ad essere sempre pronti ad andare di città in città, deve anche valere per un parroco. Se da una parte è innegabile l’esistenza di sentimenti di dolore per il distacco da una comunità che mi ha accolto nel servizio per 14 anni, dall’altra c’è il desiderio di incontrare e camminare con la nuova parrocchia a cui il Vescovo mi ha inviato.
Lei si appresta a vivere questa nuova esperienza a venticinque anni di distanza dalla prima nomina a parroco, in contesti mutati dentro e fuori la Chiesa. Questi cambiamenti incidono sulle priorità pastorali a cui un parroco deve rispondere?
Quello della pastorale è un terreno che necessita di attenzione sempre nuova e di disponibilità a mettersi in gioco perché espressione dell’amore e della cura con cui ogni pastore si dedica al suo gregge. Un sacerdote, un parroco, in comunione con la comunità che gli è stata affidata dal Vescovo, non può non tenere conto dei bisogni e delle domande sempre nuove che la comunità esprime e cercare di trovare le risposte più adatte all’interno di quegli orientamenti che il Vescovo stesso indica alla sua Chiesa.
In questa prospettiva qual è il desiderio?
Il mio desiderio è quello di incontrare quanto prima la comunità di Buffalora per iniziare insieme questo cammino per conoscere le esigenze e le domande, così da pensare a risposte efficaci, delineando in questo modo quelle che sono le priorità pastorali, facendo anche tesoro delle esperienze vissute in questi anni.
Alla terza esperienza da parroco, l’entusiasmo e le motivazioni sono ancora quelle della prima nomina del 1993?
L’entusiasmo non manca, perché c’è il desiderio di incontro con la nuova comunità che il vescovo Tremolada ha voluto affidarmi. Ma questo entusiasmo trova un ulteriore arricchimento nella consapevolezza che questa nuova pagina nella mia vita sacerdotale arriva al momento giusto. Dopo aver servito una comunità per più di 10 anni è cosa buona che un prete si metta a disposizione per una nuova esperienza.
C’è già un primo pensiero che intede rivolgere alla comunità di Santa Maria Nascente di Buffalora che la accoglie come nuovo parroco?
Il primo pensiero che mi viene naturale rivolgere alla comunità di Buffalora è quello dell’apertura alla collaborazione. Camminare insieme, verso un unico traguardo, è forse la madre di tutte le priorità che una comunità parrocchiale deve darsi. Un prete non viene inviato dal Vescovo in una parrocchia perché si impegni in una corsa in solitaria. Gli chiede, invece, la disponibilità più assoluta ad aprirsi alla collaborazione con tutte le persone e le realtà che sono la vera ricchezza della comunità. Da parte mia, come è stato anche in tutte le altre comunità a cui sono stato inviato, rilancio questa apertura. Alla parrocchia e ai suoi membri assicuro sin da ora la più grande disponibilità alla collaborazione. Insieme a questo pensiero, però, rivolgo, a quella che ormai considero la mia nuova comunità, l’invito a essermi sin da subito vicina per rendere più facile e più veloce la conoscenza e la stima reciproca, presupposto di ogni collaborazione.