Partecipazione, una legge che nasce dal basso
Presentata ieri nel corso del consiglio generale della Cisl di Brescia la proposta di legge di iniziativa popolare per la partecipazione dei lavoratori nella gestione delle imprese
“Le modalità di esecuzione del lavoro nello spazio e nel tempo, le relazioni economiche e sociali all’interno delle singole comunità, il rapporto tra imprese e lavoratori, tra imprese e collettività e ambiente sono questioni di urgente attualità che ci impongono di connetterci al futuro con soluzioni che non servano solo a creare profitto e sostenibilità economica, ma ci costringano a creare valore sociale. A sviluppare, in sintesi, la capacità di cooperare per una società che ponga al centro il valore dell’uomo non come strumento di un interesse economico ma come agente di un progresso spirituale”.
Il segretario generale di Cisl Brescia, Alberto Pluda, ha aperto con queste parole i lavori del Consiglio generale dell’organizzazione riunito ieri mattina nell’Auditorium di via Altipiano d’Asiago per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la partecipazione dei lavoratori nella gestione delle imprese.
“Siamo protagonisti di una grande sfida – ha affermato ancora il sindacalista – attraverso la quale la Cisl imprime una svolta importante all’azione sindacale e impone un’agenda di contenuti, di merito, di sostanza. Una grande sfida che a partire da oggi porteremo avanti con la determinazione e l’entusiasmo con cui sempre la Cisl ha saputo sostenere le proposte che hanno segnato la storia del movimento sindacale italiano”.
Ad illustrare i contenuti della proposta di legge è stato Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, l’associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali fondata nel 2000 Marco Biagi, e uno degli esperti che hanno lavorato all’elaborazione del testo.
“È una proposta di legge che nasce dal basso, non da un’idea giuslavoristica, ma dal tentativo di rendere trasferibile ciò che esiste già sui territori. – ha esordito Massagli – Rispetto a precedenti proposte sulla partecipazione presentate in Parlamento che puntavano su un’unica soluzione, quella della Cisl prevede più possibilità attuative: la partecipazione gestionale con la presenza dei lavoratori negli organi decisionali; la partecipazione economico finanziaria che prevede la distribuzione di una quota di utili non inferiore al 10% o la distribuzione di azioni; la partecipazione organizzativa, molto diffusa a Brescia nel settore metalmeccanico con la creazione di comitati per il miglioramento del prodotto-processo, sostenibilità, inclusività; la partecipazione consultiva, che non è solo informazione ma coinvolgimento. Quattro modalità differenti e una importante sottolineatura: la proposta della Cisl non comporta obblighi, ma mette sul piatto per chi farà la scelta della partecipazione incentivi di natura economica e fiscale”.
“Quando lavoratori e imprese si mettono insieme, generano valore per tutti – ha continuato lo studioso – ed è questo che rende evidente la necessità di fare un passo in avanti sul riconoscimento istituzionale della partecipazione”.
Una prospettiva sulla quale Andrea Cuccello, componente della Segreteria nazionale della Cisl, ha proposto al Consiglio generale di Cisl Brescia le riflessioni conclusive: “La proposta di legge vuole essere una spinta diversa per il Paese in una fase storica in cui per le persone è sempre più difficile sentirsi parte di qualcosa di importante. Il lavoratore deve oggi assumere un ruolo tutto diverso per il superamento del concetto di conflittualità come regola dei rapporti all’interno delle aziende. Il fatto che ci si consulta, che si scelga la strategia, che si decida insieme dove andare, crea un rapporto del tutto diverso. E questo aiuta anche a migliorare il livello imprenditoriale, perché la partecipazione crea una cultura nuova, un livello qualitativo che si innalza, dall’una e dall’altra parte, generando un nuovo modello relazionale di coesione che riteniamo essere quello più opportuno per il presente e il futuro del nostro Paese”.
Obiettivo della Cisl è quella di raccogliere entro la fine dell’anno le 50mila firme necessarie per la presentazione al Parlamento della proposta di legge di iniziativa popolare che dovrebbe dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione che stabilisce che “ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.
Un’affermazione importante ma che sino a oggi è rimasta sulla carta, e laddove si è realizzata lo è stato solo grazie alla contrattazione, per mancanza di adeguati strumenti normativi, com’è appunto la proposta di legge messa a punto dalla Cisl