Opere di Pedrina per sacerdoti bisognosi
Donate da mons. Osvaldo Mingotti, sono esposte al Museo Diocesano
Nove dipinti, un pittore e un grande dono. Dal 5 maggio alcune pregiate opere di Franco Pedrina (1934-2017) campeggiano in una sala del Museo Diocesano. A metterle a disposizione è stato mons. Osvaldo Mingotti, confratello della Congrega della Carità apostolica, a cui le ha donate affinché siano messe in vendita per raccogliere fondi a sostegno dei sacerdoti ammalati e bisognosi, su segnalazione del vescovo di Brescia.
Mons. Mingotti è nato a Castrezzato nel 1931, è stato amministratore del Seminario dal 1961al 1985, parroco ai Santi Nazaro e Celso dal 1985 al 2006 ed è presidente dell’Istituto “Giuseppe De Luca” per la storia del prete, dove da anni presta assistenza e conforto ai confratelli anziani e ammalati. Impegno al quale Mingotti affianca una spiccata inclinazione per l’arte, aveva stretto amicizia in passato con Franco Pedrina. Queste le ragioni che lo hanno spinto a regalare alla Congrega i dipinti, in mostra con ingresso gratuito fino al 29 maggio e acquistabili da chi voglia sostenere l’iniziativa. Una collaborazione, quella fra il Sodalizio e il museo di via Gasparo da Salò che incarna appieno il legame tra arte e spiritualità, modellandolo a fini solidali. La felice sinergia è stata sottolineata tanto dal direttore del Museo Diocesano, Mauro Salvatore, quanto dal presidente della Congrega Franco Bossoni in occasione dell’inaugurazione della mostra curata da Luciano Anelli.
Nella sala del Diocesano spicca l’estro eclettico di Franco Pedrina, maturato anche grazie a importanti amicizie, come quella con Tonino Guerra, Federico Fellini e Dino Buzzati. Proprio quest’ultimo definì la sua pittura “ai limiti dell’astratto, declinante i colori della sua campagna che portò sempre con sé”. Curiosa la nascita della sua vena pittorica: l’autore ha raccontato di aver trovato nel 1944 una scatola di colori abbandonata da un soldato tedesco. Fu così che si trasferì a Venezia per frequentare a Ca’ Foscari la facoltà di architettura. Poi, negli anni ‘60 la vita a Roma e nel decennio successivo, ormai da pittore affermato, il trasferimento a Milano. Ma è stata Brescia, nel 1964, a ospitare la prima mostra di Pedrina, a cui lo lega anche una storica personale del 2000, a Conegliano, curata da Marco Goldin che nella nostra città avviò la stagione delle grandi esposizioni in Santa Giulia.