Natale con i tuoi... ma non troppi
Sono attese per oggi o al massimo domani le decisioni del governo che dovrebbero portare a una stretta in tutto il Paese per evitare che le festività natalizie diventino occasione per un'ulteriore ripresa della circolazione del Covid-19 che pure continua il suo contagio e miete ancora troppe vittime
Sul tavolo del premier GIuseppe Conte sono arrivate le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico su quelli che potrebbero essere gli scenari delle prossime festività, con il ritorno di pesanti limitazioni agli spostamenti e alla possibuilità di socialità per gli italiani nel corso delle ormai imminenti festività natalizie e di fine anno.
"Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno" sono le conclusioni a cui sarebbe arrivato il il Comitato Tecnico Scientifico, sostanzialmente confermando quanto il presidente del Consiglio e il ministro della salute Speranza vanno ripetendo da giorni, ossia la necessità di potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono il Natale, dopo le non certo edificanti scene registrate domenica scorsa in tutte le città grandi e piccole.
Sarebbero tre i punti cardine della relazione tecnica inviata a Conte e su cui il governo dovrebbe confrontarsi a ore con le Regioni. Il primo riguarda il potenziamento dei meccanismi di controllo per garantire le norme in vigore.Il Cts ha parlato dicoinvolgimento "massivo" delle forze dell'ordine. Il secondo segnala che le misure devono evitare l'aggregazione incontrollata delle persone sia nei luoghi aperti al pubblico che a domicilio. Infine si dice che la zona gialla, nella quale saranno praticamente tutte le Regioni da domenica 20, non basta, visto che si chiedono misure più dure scelte tra quelle indicate dall'articolo 3 Dpcm del 3 dicembre scorso. In sostanza il Comitato tecnico scientifico sottolinea la necessità di alzare in tutto il Paese le restrizioni, reintroducendo zone rosse oppure arancioni.
Al governo la "patata bollente" di come realizzare questo passaggio, anche se le indicazioni "tecniche" nojn mancano: "l'opportunità di una modulazione in ordine alla tempistica ed alla durata dei provvedimenti che andranno ad essere implementati, alla tipologia di restrizioni specifiche previste, nonché alla dimensione spaziale e territoriale di applicazione, anche con riguardo - nell'adozione delle misure - alle specificità del rischio del periodo" ampiamente note.
Tra le ipotesi in discussione quella di una serrata più blanda per i soli giorni e i prefestivi e quella più dura, e più gradita ai ministri Speranza (Salute) e Boccia (Rapporti con le Regioni) di un nuovo lockdown dal 24 dicembre al 6 gennaio e la possibilità di coprifuoco allungati rispetto a quello attuale in vigore dalle 22 alle 6 del mattino.
Nel frattempo da più parti si iniziano ad avanzare dubbi anche sulla reale òpossibilità di un ritorno in classe per le superiori il 7 gennaio prossimo. Troppe sarebbero ancora le quiestioni irrisolte, a partire da quelle relative al trasporto pubblico locale, fra le cause dello stop imposto a novembre. Nonostante il Governo abbia affidato a singoli prefetti la gestione i problemi restano tanti. Si tratta di un tema particolarmente avvertito in Lombardia e in modo ancora più drammatico nel Bresciano. Nei giorni scorsi 109 Sindaci hanno scritto una lettera condivisa ai ministri alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli e all’Economia Gualtieri, oltre agli assessori lombardi Claudia Maria Terzi e Davide Caparini per chiedere risorse. Paventando il rischio che il servizio possa non essere regolare già a partire da gennaio, quando dal 7 anche gli studenti delle scuole superiori, al 75%, potranno tornare a fare lezione in presenza. Nelle due missive si chiede un’equa distribuzione delle risorse sul trasporto pubblico locale. A livello di Stato, si chiede di ripristinare una migliore dotazione del fondo nazionale dei trasporti sempre ridotto dal 2010-2011. Mentre alla Regione si chiede di mettere in pratica l’ordine del giorno del 2018 sulle misure per consentire anche a Brescia di avere risorse eque.
Della questione Brescia, caratterizzata dal contrasto Comune-Regione per il mancato riconoscimento delle risorse che spetterebbero alla città per la metropolitana, con la conseguente ipotesi avanzata da palazzo Loggia di colmare questo vuoto andando ad attingere a quanto versa all'Agenzia per il trasporto pubblico provinciale, si è interessato anche il gruppo del Partito democratico che siede in consiglio regionale. Il capogruppo Fabio Pizzul, Gigi Ponti, membro della commissione infrastrutture, e il bresciano Gianantonio Girelli, hanno denunciato quelli che a loro dire sono i pesanti limiti della giunta guidata da Attilio Fontana nella gestione di una questione delicata come quella del trasporto pubblico locale,. cruciale nell'ormai imminente discussione del bilancio di previsione 2021. Il Pd ha intenzioni di chiedere lo stanziamento di maggirori risorse per un settore trastegico per il contenimento del Covid-19. Girelli ha annunciato che proporrà una mozione per chiedere lo stanziamento di 6,5 milioni di euro per Brescia, così da superare le difficoltàò che stringono d'assedio il sistema del Tpl