Mcl: la sfida della testimonianza
Passata la “fatica” del Congresso tenuto il 25 novembre scorso, per Mcl Brescia è il tempo della ripartenza, come conferma Margherita Peroni in questa intervista.
Che momento è stato per il Movimento il congresso celebrato il 25 novembre scorso?
È stato un momento molto partecipato e sereno. Gli adempimenti burocratici, propri di un Congresso, hanno occupato lo stretto necessario e lasciato spazio all’ascolto e alla riflessione sul tema caratterizzato dalle tre parole “lavoro, responsabilità, passione” che riassumono il senso del nostro impegno.
Non avete mancato di gettare uno sguardo sui contesti attuali...
Sì, il congresso è stata un’occasione privilegiata per ragionare sul contesto in cui viviamo e per condividere la non facile scelta di proseguire il cammino mantenendoci fedeli ai principi e alle ragioni che ci hanno guidati dal 1972 ai nostri giorni.
Un momento particolare è stato quello dedicato alla figura di Noè Ghidoni. Lo spazio che il congresso gli ha dedicato è andato ben oltre il semplice ricordo...
Sì, perché tra i testimoni coerenti e appassionati della nostra storia c’è stato proprio Noè Ghidoni. Per questo abbiamo voluto cogliere l’occasione del congresso per presentare il libro che la collana Ce.Doc, curata da Michele Busi, gli ha dedicato.
Il congresso è stata un’occasione importante per tornare a incontrarsi dopo la parentesi della pandemia...
Sì, negli ultimi anni, a causa del Covid, sono state poche le occasioni che abbiamo avuto per stare tutti insieme un’intera giornata condividendo anche il momento del pasto e il congresso ci ha offerto pure questa opportunità che probabilmente attendevamo da tempo e che abbiamo vissuto con gioia. Le ragazze e i ragazzi del Cfp Canossa ci hanno accolti con cordialità e seguiti con cura. Hanno contribuito a farci sentire come quando in famiglia ci si ritrova tutti per un’occasione importante. E il Congresso, di fatto, lo è stato.
È stato anche un’occasione per fare il punto sullo stato di salute di Mcl?
Sì. Com’è giusto che sia quando si celebra un Congresso e i protagonisti sono i delegati eletti nei circoli. La verifica ha riguardato la vita associativa e quella dei servizi. Dopo un calo di collaboratori e volontari provocato dalla pandemia, stiamo registrando una ripresa con nuove e generose disponibilità. Ci prepariamo ad accompagnare un ricambio generazionale che è vitale per il Movimento e non deve essere improvvisato. Abbiamo inoltre attivato collaborazioni con altre associazioni e progetti che coinvolgono i giovani
Le collaborazioni e i progetti attivati dimostrano che Mcl ha saputo stabilire rapporti e tessere una rete che comprende istituzioni civili, realtà del terzo settore, soggetti economici e imprenditoriali. È una dimensione che vogliamo sviluppare ulteriormente.
Quali sono le sfide che avete davanti?
La sfida delle sfide è testimoniare i valori cristiani e contrastare una cultura individualista e relativista che sta già producendo solitudine e perdita di senso della vita. Lo dobbiamo fare con la freschezza e l’originalità che richiede la partenza per un nuovo cammino. Altre sfide ci attendono: la formazione personale e dei nostri collaboratori che operano nei servizi; la risposta ai nuovi bisogni che già incontriamo e che sono destinati a crescere e a generare nuove povertà; il mondo del lavoro che attraversa trasformazioni profonde; i giovani; la riforma del Terzo Settore.
Come intendete affrontarle?
Dedicando prima di tutto tempo e risorse alla formazione spirituale e alla preparazione tecnica, a momenti di vita insieme per rafforzare i legami tra noi, all’attività dei circoli perché partecipino alla vita della loro comunità religiosa e civile.
La crisi di partecipazione e di rappresentanza che segna la vita dei corpi intermedi tocca anche Mcl?
Sì. Le persone disposte a partecipare e ad assumere una responsabilità che dura nel tempo sono diminuite. Ci sono però disponibilità ad impegnarsi per singole iniziative o per periodi brevi e ci stiamo riorganizzando tenendo conto di questo cambiamento sociale. Incontriamo però anche persone che hanno dei talenti specifici e che trovando spazio e fiducia, si responsabilizzano e diventano risorse preziose. Ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte sapendo che Qualcuno sopra di noi dirige i nostri passi.