Lucà: La cultura per me è anche ambientale
Nell’anno della capitale cultura 2023, spesso ci si domanda, ma la cultura per Brescia che cos’è?
Una domanda alla quale Alessandro Lucà, candidato sindaco per Brescia, ha voluto dare una prima risposta dopo il confronto (visibile in una serie di video pubblicati sui social) avvenuto con lo storico Marino Ruzzenenti.
«Tempo fa - ha raccontato lo storico al candidato sindaco - abbiamo presentato dei progetti di sensibilizzazione strutturati e innovativi, in collegamento con Bergamo, con il quale condividiamo l’anno della cultura, ma non abbiamo mai ricevuto riscontro. Forse l’ambiente per Brescia non è cultura?»
Un quesito che Lucà si pone dal primo giorno della sua candidatura, e che ha voluto affrontare da vicino attraverso le esperienze personali, di chi la lotta all’inquinamento l’ha vissuta sulla propria pelle.
Lo scambio con il prof. Marino Ruzzenenti, avvenuto non a caso al "Presidio 09 agosto", che da oltre 500 giorni permane sotto la prefettura di Brescia, contestando pacificamente il progetto di un maxi depuratore ai danni del fiume Chiese, ha messo in evidenza tre punti focali.
«Maxi Inceneritore, Caffaro, le acque della falda inquinata, - ha commentato Alessandro Lucà - è questa la bomba ad orologeria che ci troviamo tra le mani. A trent’anni di distanza nulla è cambiato. Dobbiamo fare un’inversione di marcia è chiaro. Nonostante una cultura ecologista globale, ben consolidata fin dagli anni ’70, a Brescia siamo fermi su tutti i fronti».
L’ambiente per Lucà è un punto saldo che si ritrova all’interno del suo programma elettorale, «ma per lavorare bene – ha sottolineato il candidato sindaco - bisogna andare alla fonte, e l’incontro con il Prof. Ruzzenenti ha aperto scenari aridi e importanti su cui riflettere».
«Ho cominciato ad occuparmi di questioni ambientali negli anni ’90 - ha spiegato lo storico Marino Ruzzenenti - con la proposta di ASM, (oggi A2A) che all’epoca era azienda di servizi municipalizzati completamente controllata dal Comune di Brescia, e che decise di costruire un inceneritore. Da quel momento è cominciato il mio coinvolgimento personale sulla questione ambientale, e la crescita di un certo movimento ambientalista ed ecologista nella nostra città. Perché dall’altra purtroppo per la realtà bresciana cominciarono seriamente i guai».
Un progetto iniziale, che prevedeva un impianto di 266 mila tonnellate, ovviamente sovradimensionato, «L’inceneritore – ha spiegato Ruzzenenti al candidato sindaco - non è considerato dall’Unione Europea economia circolare come molti pensano, e già all’epoca era chiaro che se si svolge correttamente la raccolta differenziata, con “il porta a porta” si può risolvere il problema alla radice. Ad oggi la differenziata ancora non la stiamo facendo, dopo oltre 30 anni. Abbiamo ancora i cassoni per la strada, anche in centro storico. Lo ritengo scandaloso, rispetto alla presunzione di essere capitale della cultura 2023».
La storia dall’inceneritore è da considerare gemella alla vicenda Caffaro, che è stata scoperta proprio in conseguenza di controlli sui terreni prima della costruzione dell’impianto.
«Stavo facendo questi studi sulla Caffaro – ha raccontato Ruzzenenti - e mi sono accorto che in alcune aree a sud, venivano riscontrate presenze di diossine e Pcb. Nel 2001 poi c’è stata la denuncia del disastro ambientale. Non era compito di uno storico evidenziare queste cose, lo si poteva sapere prima. Nonostante siano passati vent’anni, e una certa alternanza di amministrazioni, (centro destra e centro sinistra) ancora è un caso irrisolto».
Il sistema di depurazione delle acque della falda a Brescia, grazie all’intervento della Magistratura ora sta subendo delle riqualificazioni, ma da vent’anni si conoscono le ragioni dell’inquinamento.
«E´ un cane che si morde la coda, - conclude Alessandro Lucà dopo l’incontro con il professor Ruzzenenti - non si può pensare che l’inquinamento e l’ambiente non siano connessi alle nostre scelte, serve ragionare sui risoluzioni collettive che devono partire soprattutto dalla testa. La cultura per me è anche ambientale, la sensibilizzazione svolta con profitto, attraverso progetti collettivi e seguiti da professionisti possono essere l’inizio di una Brescia migliore sotto questo aspetto. Il mio impegno non mancherà, come del resto la massima apertura a tutti coloro che conoscono il problema meglio di me, e che vogliono essere coinvolti. Certamente troveranno una porta spalancata».
Nella foto, da sinistra, Marino Ruzzenenti e Alessandro Lucà